Pochi giorni e si va alle urne. E, ancora una volta, siamo qui a dire che questo voto sarà determinante. Lo era stato veramente quello delle Regionali di pochi mesi addietro, che certificò l’inizio della fine per Forza Italia e l’inizio del trionfo per Salvini. Da lì venne inaugurato Noi con Salvini, da lì venne sancito il divorzio di Tosi, da lì iniziarono le convulsioni per Berlusconi, Alfano e compagnia bella.
Proprio sabato scorso, durante i convegni organizzati da Il Talebano e Mille Patrie a Padova e nel veronese per la presentazione del libro “All’armi siam leghisti” di Antonio Rapisarda, il leader della Lega Nord ha segnalato alla platea i due possibili scenari post 31 maggio: una vittoria “moderata” di Zaia costituirebbe un tassello importante nel processo di avanzamento della nuova Lega nell’ambito del centrodestra; ma una vittoria netta di Zaia, quella sarebbe invece il primo tassello del post centrodestra.
Per sconfiggere Renzi, è necessario costruire un’alternativa solida e credibile a Renzi. Per costruire un’alternativa solida e credibile a Renzi, è necessario superare definitivamente l’esperienza del ‘tutti uniti contro la sinistra’. I collage tra partiti hanno dimostrato di non funzionare, neppure quando hanno portato al governo. I vent’anni di Berlusconi ne sono la prova. Sbancare in Veneto significa per Salvini potersi finalmente permettere di rinunciare al giogo degli accordi e delle alleanze per dire: il futuro sono io, e basta. Non lasciando altra possibilità ai competitors che adeguarsi silenziosamente.
Salvini non litigherà con Berlusconi fino al 31 maggio. Per il semplice fatto che sta attendendo dal popolo di centrodestra il mandato per scalzarlo. Al comando ci vuole andare eccome, ma senza condividere il timone. O tutto o niente, o meglio: o tutto o piuttosto attendere un minuto in più.
* direttore de Il Talebano