Pubblichiamo l’articolo di Luigi Mascheroni, richiamato sulla prima pagina del Giornale di oggi.
La pietas , per una volta, ha vinto sul marketing. Non è molto, ma abbastanza in tempi di ricerca della visibilità a tutti i costi in un mercato librario sempre più stretto, sempre più affollato, sempre più cinico.
E, caso senza precedenti a memoria di cronista, una piccola combattiva testata online obbliga un editore di peso a cambiare una copertina troppo furba e molto offensiva. Cosa è accaduto?
È accaduto che, pochi giorni fa, il 19 maggio, l’editore Sperling&Kupfer ha riportato in libreria il saggio di Luca Telese uscito nel 2006 dal titolo Cuori neri in cui, lui, da sinistra, ricostruisce i casi dei giovani ragazzi di destra ammazzati negli anni di piombo: un capitolo per l’omicidio di ciascuno dei caduti dell’MSI e del Fronte della Gioventù. Un libro che diventò un caso editoriale, e a suo modo rimane oggi un piccolo longseller su quella destra. Ciò spiega il motivo per cui, a dieci anni dalla pubblicazione, si è decisa una nuova edizione di Cuori neri , con un piccolo aggiornamento. Ed ecco il punto. L’editore Sperling&Kupfer decide (pur di fronte alle perplessità dell’autore, almeno secondo la sua versione) di mettere sulla copertina del libro la fotografia di Massimo Carminati, l’ex Nar ed ex Banda della Magliana arrestato nel dicembre 2014 per associazione a delinquere di stampo mafioso nell’inchiesta «Mafia capitale» sulla corruzione a Roma. Ma cosa c’entrano Carminati e la sua vicenda criminale con i giovani di destra uccisi negli anni ’70?
Nulla, appunto. L’accostamento è strumentale, e offende la memoria di quei giovani e dei loro famigliari. Persino il sottotitolo viene cambiato, «stirandolo» verso il caso di cronaca per sfruttarne commercialmente il più possibile l’eco: «Dal rogo di Primavalle alla morte di Ramelli. Ventuno delitti dimenticati degli anni di piombo» (versione 2006) diventa «Dal rogo di Primavalle a Mafia Capitale. Storie di vittime e carnefici» (versione di oggi). C’è di che indignarsi. E così sul web parte una mobilitazione mediatica – efficace ma ignorata dai grandi giornali – guidata da un piccolo giornale digitale, Barbadillo (www.barbadillo.it), che porta avanti quella che, da destra, è considerata una sacrosanta battaglia culturale e civile. Per tre giorni è un martellamento contro Sperling e contro la copertina «indegna». Michele De Feudis, direttore di Barbadillo , scrive che «il marketing spesso arriva a punte di cinismo estremo, ma stavolta la Sperling&Kupfer ha davvero esagerato: questa copertina è una trovata di cattivo gusto e soprattutto rappresenta una evidente contraffazione che mistifica la storia. Scendono nell’arena anche grandi firme. Pietrangelo Buttafuoco dice che usare la faccia di Massimo Carminati come emblema di quel martirio è un’operazione disgustosa, «come se per raccontare la morte dei ragazzi di sinistra, Giorgiana Masi o Walter Rossi, si mettesse in copertina la foto di Salvatore Buzzi, cioè il Ras delle cooperative rosse»). Poi interviene lo stesso Telese. Due giorni fa scrive a Barbadillo per spiegare come è nata l’idea della copertina (anche se in Rete c’è chi mette in dubbio la buona fede del giornalista…): «Quando ho visto il primo bozzetto ho subito espresso i miei dubbi alla Sperling. Leggere in rete tutte queste reazioni in qualche modo mi conforta perché rende molto chiaro che non si trattava di miei pallini da autore pignolo, e che questo libro non appartiene solo a chi lo ha scritto e a chi lo ha pubblicato, ma anche, e soprattutto, a chi lo ha letto, e a chi lo legge tuttora, e soprattutto a coloro di cui in quel libro si parla». Di più. Si dice d’accordo con la proposta di Barbadillo e chiede al suo editore di ricopertinare il libro, nonostante i costi dell’operazione. «Questo libro, per me, è come un figlio che è cresciuto e cammina con le sue gambe – scrive il conduttore di Matrix -. Per questo rimettere a posto quella copertina non è una concessione ai miei capricci, ma un modo per non sprecare un patrimonio».
Il profondo web, in fondo a destra, ribolle. Fino a che, ieri mattina, Telese con un tweet annuncia che la Sperling&Kupfer ritirerà l’edizione di Cuori Neri con la copertina raffigurante Massimo Carminati, raccogliendo l’invito avanzato da Barbadillo . Ci sarà una nuova edizione, ulteriore, del saggio, con una copertina differente. E un’introduzione che terrà conto della discussione di questi ultimi giorni sugli anni di piombo della destra italiana. I cui morti non sembrano avere pace.
*Da Il Giornale