Arriva in libreria il saggio di Antonio Rapisarda, firma di Barbadillo, «All’armi siam leghisti. Come e perché Matteo Salvini ha conquistato la Destra», prefazione di Pietrangelo Buttafuoco, 237 pagine, 16 euro, Aliberti Wingsbert House. Il libro è una analisi del fenomeno Salvini alla guida della Lega. Una breve anticipazione
Il primo contatto “romano” della Lega con i movimenti di destra nella Capitale porta la data 2001. Precisamente quando Roma fu tappezzata di manifesti provocatori che recitavano il seguente slogan: «Sei disoccupato? Diventa immigrato». Firmato “Lega libertà Lazio”. Ad animare questa “Lega” nel Lazio era Alfredo Iorio, storico responsabile della sezione Msi Prati di via Ottaviano a Roma: il luogo dove venne assassinato lo studente greco del Fuan Mikis Mantakas per mano di un commando della sinistra extraparlamentare il 28 febbraio del 1975.
La campagna di questa appendice della “Lega” arrivava nella stagione in cui il Carroccio – che nel 1996 aveva lasciato il Polo delle libertà – radicalizzava il suo messaggio di alterità rispetto al centrodestra di allora e già tuonava contro “i risultati” dei trattati europei.
A destra con la Lega, perché? «L’appiattimento dei vertici di Alleanza Nazionale aveva distrutto la sostanza, le radici, delle battaglie sociali – spiega Iorio –. E avevamo capito, già nel 2001, i drammi dell’incapacità di un’intera classe dirigente. Era meglio il Bossi in canottiera che questi missini che parlavano di “Europa Nazione” per poi andare alle feste di Arcore. Nella Lega Nord avevamo visto una possibilità di battaglie paradossalmente più popolari, di opposizione, spinte anche da un carattere valoriale molto forte, pensiamo a certe campagne a difesa della vita, della tradizione cattolica da parte di alcuni dirigenti come Irene Pivetti». Lega nel Lazio, insomma, significava principalmente la possibilità di portare avanti un nuovo paradigma politico (…).
Qualcosa, però, in questa Lega Nord aveva fatto già breccia all’interno degli ambienti della destra sociale romana (…).
Sì, adesso c’è un nuovo segretario della Lega che in preparazione del boom delle Europee presenta in prima persona alla Camera “Patriae-Fronte dei popoli europei”, l’associazione che aderisce alla Lega animata da ambienti provenienti dalla destra sociale, da esponenti del centro sociale non conforme Foro 753 e che si pone come esperimento pilota della rete identitaria. Un segretario che invita a corte, dopo il sodalizio sancito da Mario Borghezio, i militanti di CasaPound alla manifestazione “nazionale” del Carroccio a Milano sfidando allarmismi e inviti alla prudenza. Un segretario che infine “benedice” la cordata di Sovranità” il contenitore dove CasaPound ha scelto di far confluire chi intende sostenere da destra la sfida lanciata da Salvini – invitando a parlare sul palco della kermesse romana Simone Di Stefano, vicesegretario di Cpi (CasaPound Italia) (…).
Come si arriva a questo interesse del leader leghista per il mondo “alternativo” della destra? Il primo step si manifesta con l’intenzione del segretario di andare a scovare realtà sovraniste che non fossero assoggettate a partiti politici. L’ambiente non conforme romano si conferma fin da subito per la Lega Nord un laboratorio interessante per testare e tastare la difficile e ingarbugliata politica nella Capitale, perché tale è soprattutto a destra: forti, questi esponenti, di un’indipendenza dalle strutture partitiche ufficiali ma inseriti nel tessuto sociale di molti quartieri della Capitale, rappresentano per il Carroccio la possibilità di incontro con un mondo “impegnato” ma non sclerotizzato dalle liturgie della politica di Palazzo.