Si chiama Rand, di mestiere fa l’oftalmologo, per vocazione il senatore dello stato del Kentucky, ed è figlio del notissimo Dr.No, il libertario Ron Paul, storica voce fuori dal coro del partito Repubblicano, più volte candidato alle primarie presidenziali all’interno del Gop.
Negli ultimi mesi i media americani si sono concentrati sul passaggio di testimone avvenuto in famiglia, e di conseguenza nella corsa alle primarie che designeranno l’avversario di Hillary Clinton. Questo per un semplice motivo: se infatti Ron negli ultimi decenni ha sempre ottenuto un grande consenso mediatico ed un notevole sostegno economico dai così detti “small donors”, i risultati scaturiti nelle urne hanno sempre lasciato l’amaro in bocca a tutti i sostenitori di quell’America per nulla yankee, libertaria ed isolazionista.
A prima vista, con Rand le cose sembrano poter cambiare direzione: libertario in campo etico-sociale quanto il padre (pro-life, pro-armi, pro-civil rights), Rand ha smussato i radicalismi libertari del padre in ambito economico, risultando così assai più credibile nei confronti del classico elettorato conservatore. Se infatti Ron voleva semplicemente abolire l’IRS (il sistema fiscale centrale, la nostra Irpef), Rand intende sostituirlo con una imposta fissa (la Flat Tax di salviniana traduzione) del 17% sui redditi; se Ron intendeva smantellare la Fed (banca centrale americana), a favore di un’emissione competitiva della moneta, Rand ne propone il controllo e la ratifica degli atti da parte del Congresso, così come previsto originariamente dalla Costituzione.
Rand sembra così in grado di parlare a più bacini elettorali storicamente vicini ai Repubblicani: dai libertari, stanchi della burocrazia centrale e della spesa militare, passando per conservatori orfani delle dottrine neo-con, ai costituzionalisti e federalisti ostili al Big Governmnt.
In attesa delle primarie, Rand Paul ha già cementato l’ostilità del blocco democratico, allergico alla scorrettezza politica dei libertari conservatori: una foto del senatore intento a giocare a poker con Dan Bilzerian, nota star di Instagram, amante delle armi e di uno stile di vita fuori dalla morale comune, è stata utilizzata dai media di stampo liberal per boicottare l’ascesa di Paul.
Di certo la curiosità verso la sua campagna elettorale sta crescendo: un risultato positivo potrebbe rappresentare un cambio di rotta storico per gli Usa, visto che, dalla guerra civile in poi, nessun fenomeno politico di massa ha mai messo in discussione l’impronta yankee della superpotenza Usa.