Povera renzina Boschi. Spedita a dir sciocchezze sulla riforma della scuola per difendere il suo padrone e signore e pure la titolare del ministero. Patetica, la morbida Boschi, quando – con l’immancabile piglio autoritario del “vi spiego io la realtà” – assicura che la riforma della scuola va avanti perché la vogliono gli insegnanti e gli studenti. Eh si’, lo si è visto in occasione dell’ultimo sciopero, quando in piazza sono andati insegnanti e studenti. Insieme e senza far casino.
Ma forse i giornalisti al servizio del bugiardissimo si son dimenticati di spiegare alla renzina che i cortei non erano di sostegno al governo ed alla sua riforma. A lei, la renzina, è bastato che non scioperasse la moglie del bugiardissimo per poter raccontare al mondo intero che erano gli insegnanti a voler la riforma. Ora, di fronte al boicottaggio delle prove Invalsi, effettuato ancora una volta insieme da insegnanti e studenti, il ministro dell’Istruzione (la pessima Giannini) si indigna perché non è corretto approfittare della situazione per contestare il governo del bugiardissimo. Oddio, per le renzine il premier non dovrebbe mai essere contestato, a prescindere.
Se la riforma piace alla moglie del bugiardissimo, perché mai qualcuno osa protestare? In realtà una qualche ragione c’è l’ha persino la renzina Boschi. La scuola italiana fa talmente schifo da rendere indispensabile una riforma. Ma una riforma seria, vera, intelligente. Non la vaccata di questo governo, utile solo per peggiorare ulteriormente il livello di preparazione e di istruzione dei ragazzi. Cultura? Non pervenuta. Già ce n’è poca, in futuro neppure quella. La scuola del bugiardissimo e delle renzine e’ quella che minaccia di cacciare un bambino di 4 anni dalla materna perché saluta con il braccio teso. Mica si deve intervenire contro studenti che spacciano o scippano. Quelli vanno recuperati. Ma un bambino di 4 anni può essere cacciato senza problemi da maestre ovviamente renziane. La riforma servirà a preparare tanti piccoli servi del pensiero unico. Da sfruttare senza remore. Gli altri, se riescono a farsi una cultura, possono sempre emigrare.