Non avevo mai visto un giorno così bello e così brutto allo stesso tempo.
(W. Shakespeare)
Arrivederci amore, ciao. Non sarà facile ma sai, si muore un po’ per poter vivere. Sarà dura, per Pippo Inzaghi. Il Milan, con ogni probabilità, non lo riconfermerà in panca. Dovesse passare l’offerta del signor Bee, dovesse spuntarla la danarosa sciantosità della “rossa” Wanda la cinese o dovessero restare i Berlusconi. Simbolo dell’ultimo diavolo vincente, oggi Caronte confuso di un Milan che non era così in crisi (non solo sul campo) dai tempi grami del ragionier Farina, Inzaghi ha il destino segnato.
Insieme a te, Pippo, il Milan non ci sta più. Pensavano di aver trovato in te il Salvatore della Patria e invece, maledizione! Quella persona non sei più, quella persona non sei tu. E perciò finisce qua. Ma nessun rancore: chi se ne va, che male fa?
Silvio, intanto, si trascina negli occhi torrenti d’acqua chiara. Sono lacrime, ma non lo ammetterà mai. Lasciar così, da perdente, gli rode. Ma che ci vuoi fare, non ne può più manco lui. E perciò deve decidere di morire un po’ per poter vivere, chiedendo un sorriso – se vorranno – a chi lo contesta (o meglio, contesta i suoi attendenti al pezzo, luogotenenti, portavoce e compagnia dirigente). Chi se ne va, che male fa?
Silvio e Pippo: arrivederci amori, ciao. Insieme a voi il Milan non ci starà più. Le nubi, quelle maledettissime nubi che offuscano l’orizzonte rossonero, chissà se già sono un po’ più in là.
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