Sull’onda del successo di Watson e Lovecraft, la serie dal sapore horror e weird che l’ha consacrata come una delle realtà editoriali più interessanti del panorama del fumetto italiano, la Cagliostro E-Press, la dinamica casa editrice indipendente che s’occupa preminentemente di genere fantastico, non finisce mai di stupire gli appassionati del mondo dei ballon proponendo storie e personaggi che fanno dell’originalità e della qualità i loro marchi di fabbrica. Per saperne di più su questo vero fenomeno editoriale abbiamo proposto la seguente intervista al suo direttore editoriale, Filippo Burighel.
Potrebbe parlarci brevemente di Cagliostro E-Press?
Cagliostro E-Press è un editore no-profit e una associazione culturale, quindi una ONLUS. Il nostro fine è quello di produrre fumetto indipendente italiano originale e di qualità, offrendo contemporaneamente l’opportunità a nuovi autori e artisti di mostrarsi al pubblico ed emergere.
Oltre cento titoli pubblicati: qual è il segreto del vostro successo?
Dipende dalla definizione che si dà di successo: se un autore pubblicato per la prima volta o comunque all’inizio della sua carriera da noi arriva dopo qualche anno a lavorare per Bonelli (es. Marco Perugini ora impegnato sul nuovo Morgan Lost) o Marvel (Mario Del Pennino che ha collaborato al volume Death of Wolverine: Life after Logan), dato che il nostro fine è promuovere le nuove leve del fumetto italiano, per noi è un successo. Quindi potrei rispondere che il nostro segreto è saper riconoscere e valorizzaredei talenti che altri non hanno saputo, voluto o potuto vedere e impegnarci per dare loro visibilità. Purtroppo però l’attuale mercato non è molto comprensivo verso criteri di successo diversi dal profitto e noi il profitto non lo abbiamo e non lo possiamo avere. Siamo una ONLUS, per davvero.
Cagliostro E-Press s’occupa di tutti i generi del fantastico e, ci sembra di poter dire, delle varie contaminazioni possibili: una tendenza del momento o la strada che porta al futuro?
Le contaminazioni non sono una novità di oggi. Autori come H.P. Lovecraft e Arthur Conan Doyle sono ognuno accreditati tra i primi autori di generi diversi. Se pensiamo al Solitario di Providence possiamo trovare nella sua produzione i semi di generi come il fantasy, l’horror cosmico, la sci-fi cospirativa che coesistono nel medesimo legendarium.
Il mondo della cultura italiana ha sempre riservato poche attenzioni a generi come la fantascienza: presunzione accademica o mancanza di conoscenza specifica?
Entrambe: presunzione accademica per mancanza di conoscenza specifica. Ricordo diversi anni addietro un’intervista a una giovane politica in un programma dedicato ai giovani “impegnati” condotto da un VJ che si atteggiava a fine intellettuale. Questi reagì quasi con ribrezzo quando l’intervistata rispose che il libro che più l’aveva ispirata era Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien. Fantasy, fantascienza, horror, in generale tutta la letteratura e produzione artistica di genere fantastico sono considerate di serie B e disprezzate soprattutto da chi non le ha mai avvicinate per pregiudizio.
Avete scelto di proporre i vostri prodotti soprattutto in formato elettronico: il segno dei tempi, o una necessità editoriale?
Entrambe le cose. Già prima del mio arrivo il digitale è stata una scelta distintiva di Cagliostro E-Press, come si può intuire dal nome. Con la mia direzione abbiamo scelto di puntare ancora di più sul web, sia per la distribuzione gratuita in formato PDF che per la vendita diretta dei nostri volumi, seguendo un modello di lavoro che abbiamo chiamato #KM0.
Parliamo un po’ del mondo dei ballon: aveva ragione Pratt definendo i fumetti “letteratura disegnata”, oppure Eisner quando parlava di “arte sequenziale”?
D’istinto rispondo Pratt per il mio amore per Corto Maltese e perché mi piace di più come definizione, ma di sicuroEisner non sbagliava. Volendo fare una sintesi: il fumetto è una sequenza disegnata che può essere arte e letteratura.
Il fumetto o personaggio che più ha amato?
Corto Maltese. Incredibile, vero? E Batman. Oltre il fumetto: Elric di Melniboné di Michael Moorcok.
Un sogno che le piacerebbe realizzare?
Non sono tipo da grandi sogni. Vorrei poter continuare adare la possibilità a tanti nuovi autori di emergere.
Watson e Lovecraft una serie horror dal respiro ucronico. Deve essere stato complesso e impegnativo approcciare con due personaggi di questo tipo. Voglio dire, c’era il pericolo concreto d’apparire velleitari, non è così? Come è nata l’idea di base?
È nata da un’idea di Piero Viola, storico nostro collaboratore e autore fin dalla nascita di Cagliostro E-Press. È un grande appassionato di “pastiche” e ucornia, quest’ultima una passione che anch’io condivido. Il rischio di essere vellitari c’era, per questo gli chiesi di lavorarci sopra e fare ricerche con degli esperti come Gianfranco de Turris, per trovare uno spunto credibile e un equilibri tra i due personaggi. Quell’idea elaborata è poi diventata il bando che abbiamo proposto.
Le tavole da voi realizzate rammentano alle volte le strisce che comparivano sui quotidiani americani degli anni venti e trenta: una scelta precisa, delle citazioni, oppure semplice casualità?
Tutto questo assieme. Alcuni disegnatori si presentavano già con una stile di questo tipo, per propria cifra stilistica o come loro proposta per il bando a cui partecipavano, con altri invece è stata una direzione che abbiamo impresso.
Vi sono autori o scuole di pensiero cui vi siete ispirati nello sviluppo delle vostre opere?
In realtà nessuno in particolare. Noi facciamo fumetto italiano, ma traiamo ispirazione dall’Italia, dall’Europa, dagli USA e anche dal Giappone. Non ci limitiamo.
E’ recente la notizia che state lavorando a una nuova serie che promette meraviglie, Daryl Dark: potrebbe fare qualche anticipazione per i nostri lettori?
Daryl Dark è un investigatore del “weird” nella Londra contemporanea, tris-nipote di Sherlock Holmes, ha per socio un istionico ex agente del FBI espatriato che ricorda Oliver Hardy ed è legato da un patto faustiano all’Angelo della Morte che gli appare nelle sembianze di Alice Liddell, la bambina che ispirò Alice nel Paese delle Meraviglie a Lewis Carroll. Le sue avventure sono inserite nello stesso universo narrativo, l’IrregularVerso, di Watson & Lovecraft e del seguito Lovecraft & Holmes a cui stiamo lavorando. A differenze di queste opere, dove abbiamo cercato di essere più puristi rispetto alle fonti d’ispirazione, con Daryl Dark vogliamo essere più liberi di affrontare temi e spunti diversi e di farli coesistere il più coerentemente possibile.