Il derby della Mole non è solo violenza, ma anche storia di contrapposizioni tra due modi di vivere il calcio: quello granata e quello bianconero. Ecco un racconto vintage del derby di Torino
“Nella settimana che precedeva il derby, Boniperti ci faceva mille telefonate e andavamo allo stadio due ore prima. Troppa tensione. Ho perso, vinto, menato: era il derby. Oggi questa partita non la capiscono”. Questo il giudizio di Beppe Furino, icona bianconera in quel calcio più umano, e che pertanto sapeva emozionare di più e farti innamorare di più.
Lui ha finito per diventare Furia, proprio come il celebre cavallo del west del telefilm. Furia, Furin, Furetto. “Mi chiamò così Vladimiro Caminiti, un grande giornalista troppo presto dimenticato. Ma questi sono i tempi della velocità senza memoria, non è vero?”, sottolinea Furino.
“La mia prima volta vinsero loro 2-1, era il 1969. Poi, una trentina di derby mal contati, più persi che vinti. Noi pativamo i granata, quei malandrini che sapevano certo giocare, ma anche provocare – racconta il capitano di tanti trionfi – Causio, per esempio, al primo insulto perdeva la bussola e spariva. Anch’io non ero più io. Il Toro aveva il valore aggiunto dell’appartenenza, del vivaio, oggi si è perso. Ma anch’io, Bettega e Causio arrivavamo dal settore giovanile. Si giocava in cortile, all’oratorio, in piazza D’Armi, oggi esistono solo scuole calcio a pagamento. Ogni bambino, a quel tempo, giocava a pallone tutto il giorno. Nel Toro c’era Ferrini, grande carisma, magnifico centrocampista, non solo un lottatore. Con Agroppi ci conoscevamo fin da piccoli, ci eravamo affrontati mille volte nei vari campionati, eravamo amici, ma nel derby lui si trasfigurava. Lo capii la volta che mi diede un cazzotto in mischia e poi sparì: altrimenti non sarebbe finita in quel modo, io ero un po’ vendicativo”.
I ricordi sono come un torrente in piena, e non potrebbe essere diversamente: “Lo scudetto perso nel 1976 resta la delusione più profonda, avevamo 5 punti più del Toro eppure non bastarono: tre sconfitte di fila, Cesena, derby, Inter, così loro ci passarono davanti. I tifosi contestarono al campo d’allenamento, io ne inquadrai due o tre. L’anno dopo vincemmo la Coppa Uefa a Bilbao. Quando tornammo a Caselle, io che ero il capitano scesi dall’aereo con il trofeo in mano. Tra i tifosi che si avvicinarono sulla pista, riconobbi uno dei contestatori. Mi disse bravo Beppe, grande Beppe. Gli risposi: se non te ne vai, ti spacco questa coppa in testa”.
E questa volta? “Bisogna chiudere subito la partita – taglia corto Furino -. Altrimenti potrebbe diventare dura”.
Fronte granata, il personaggio che abbiamo scelto è Riccardo Maspero, che sarà sempre ricordato come “l’uomo della buca”, perchè in quel Juve-Toro 3-3 del 14 ottobre 2001 ci mise lo zampino. Oggi allena il Pavia in Lega Pro.
Non tanto per il gol del pari, quanto perché prima che Salas tirasse il rigore dell’ipotetica vittoria bianconera, scavò un piccolo fosso sul dischetto con l’intento di far sbagliare il cileno. L’artificio ebbe il suo effetto e la palla finì in curva.
“Non ho mai visto un rigore assegnato e poi revocato. Quindi, anziché protestare, tanto era inutile e poi ci stavano già pensando i miei compagni, mi misi a rovinare il dischetto sperando di disturbare Salas. Mi andò bene – tiene a precisare – . E’ stato il coronamento della mia stupenda permanenza in granata. Furono due anni fantastici sotto l’aspetto professionale. Non ci fu solo quel derby. Feci una splendida stagione in B e anche il primo anno in A, il 2001, fu pieno di soddisfazioni, tanto che riuscimmo a centrare l’Intertoto”.
Anche quest’anno la Juve potrebbe vincere lo scudetto sul campo del Torino.
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“Questa è una brutta cosa, speriamo non sia così. La Juve è la più forte del campionato e sta meritando il titolo, però credo sia più giusto che festeggi domenica prossima, a casa sua”.
Ai bianconeri servono i tre punti per vincere lo scudetto. Se sullo 0-0 l’arbitro dovesse assegnare un rigore alla Vecchia Signora, chi potrebbe essere nel Toro di oggi “l’uomo della buca”?
“Sicuramente Quagliarella: da lui me lo aspetterei un gesto simile a quello mio del 2001. Fabio è il giocatore del Toro che ha più estro e fantasia, è imprevedibile sotto tutti i punti di vista. Non mi meraviglierei se gli venisse in mente di fare una cosa del genere. Dovesse esserci un penalty per la Juve, punto su di lui. Che poi è anche e soprattutto l’ex di turno”.
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