Gli orientali-ortodossi della Chiesa apostolica armena hanno canonizzato ufficialmente ieri 1,5 milioni di vittime del genocidio armeno. Il tutto è avvenuto alla vigilia delle commemorazioni del suo tragico centenario. Si tratta della più grande canonizzazione mai decisa da una Chiesa cristiana. Con questa celebrazione, «la Chiesa non fa altro che riconoscere i fatti, ossia il genocidio», ha sottolineato Karekin II, capo della chiesa nazionale, patriarca supremo e il Catholicos di tutti gli armeni. La cerimonia si è svolta a Echmiadzin, l’edificio di culto più importante per la Chiesa armena, risalente al quarto secolo e considerata la cattedrale più antica del mondo.
«Per noi armeni, è un obbligo morale e un diritto ricordare il milione e mezzo dei nostri che sono morti e delle centinaia di migliaia di persone che hanno subito delle privazioni inumane», ha dichiarato il presidente armeno Serzh Sarksyan.
Gli armeni si sono battuti per decenni affinché i massacri compiuti dagli ottomani tra il 1915 e il 1917 fossero riconosciuti come genocidio. Nonostante il rifiuto della Turchia, sono tuttavia 22 i paesi che lo riconoscono ufficialmente come tale, tra cui l’Italia.