• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
domenica 26 Giugno 2022
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Economia

Esteri. L’Eni e la strategia alla Enrico Mattei dietro la preziosa mediazione in Libia

by Augusto Grandi
10 Aprile 2015
in Economia
0

Non è una riproposizione delle strategie di Enrico Mattei, ma il successo dell’Eni che continua a produrre barili di petrolio in Libia è comunque degno di nota. Il Wall Street Journal ha rivelato (probabilmente con scarso entusiasmo) che il gruppo italiano continua ad estrarre greggio e gas, garantendo la sicurezza dei propri impianti, mentre le altre compagnie hanno dEniovuto rinunciare. A cominciare proprio dalla francese Total, ossia la responsabile principale del disastro attuale in Libia. Perché sono stati gli appetiti petroliferi transalpini a spingere l’incompetente presidente francese Nicolas Sarkozy a scatenare la guerra contro Gheddafi.

Una guerra che ha portato all’eliminazione fisica del leader libico forse anche per nascondere i finanziamenti elargiti proprio al presidente francese. Ma, in ogni caso, l’obiettivo dell’Esagono era imporre la Total come partner privilegiato della nuova Libia, scalzando l’Italia che era la protettrice di Gheddafi e che aveva anche il ruolo di protagonista nel settore energetico libico (e non solo in quello).

Francesi e inglesi, con il sostegno americano. Per eliminare Gheddafi ed eliminare l’Italia dalla scena. Il risultato? Migliaia di morti, una situazione disastrosa sul terreno, nuovi Paesi protagonisti sulla scena, la Total in fuga, gli americani bloccati nell’estrazione di gas e greggio, e l’Italia ancora lì.

Grazie ad una intelligente opera di mediazione e di confronto con le milizie e con le tribù. In questo, ma solo in questo, la strategia attuale può ricordare quella di Mattei. Una strategia intelligente, perché i vertici dell’Eni hanno scelto la strada del pragmatismo e sanno benissimo che la democrazia occidentale è una totale idiozia in Libia. Dove contano i clan, le tribù, ed ora le milizie. Dunque è con loro che si deve trattare e non con gli osservatori internazionali portatori sani di democrazia.

Le differenze con l’Eni di Enrico Mattei

Le differenze con Mattei, però, sono notevoli. Innanzi tutto perché, in quel caso, si trattava di una strategia ad ampio raggio, con un obiettivo ben preciso di indipendenza energetica italiana. Non soltanto in Libia, dunque, ma in numerosi Paesi produttori di petrolio. Mattei sfidava apertamente le “7 sorelle” e lo faceva in accordo con parte della politica italiana. C’era ancora un settore della Dc che proveniva dal fascismo (basti pensare a Fanfani) e che aveva obiettivi diversi dal mero allineamento agli interessi americani o inglesi.

L’Eni e l’interessi degli azionisti (l’interesse nazionale è misconosciuto dal governo)

Ora la situazione è sensibilmente diversa. L’Eni lotta per i propri azionisti e manca totalmente una strategia di indipendenza nazionale a livello governativo. La Francia, stoltamente, ha scatenato una guerra per favorire gli interessi nazionali, l’Italia ottusamente non ha difeso i propri. Non c’è un “interesse Paese” da tutelare. Siamo carenti di politica economica interna ed il povero Gentiloni (comunque un salto di qualità enorme rispetto a Mogherini) non può fare una politica estera autonoma considerando i condizionamenti a cui è sottoposto Matteo Renzi. Il premier non è una garanzia di indipendenza, proprio non la cerca. E l’Eni si occupa di affari, non di politica nazionale. Lo fa bene, indubbiamente. Una politica aziendale che garantirebbe ottimi risultati anche a livello politico, se solo il governo avesse qualche capacità in più. Basterebbe accodarsi all’Eni quanto tratta con gli islamici di Tripoli per contare qualcosa nelle trattative con l’Egitto, con la Turchia, con la Russia. Protagonisti nuovi sulla scena libica. E con loro bisognerà fare i conti anche dopo. Ma non basterà Descalzi per trattare a livello politico. E neppure Gentiloni, sino a quando il premier si limiterà agli atteggiamenti alla Fonzie senza avere la benché minima idea di cosa sia la politica estera.

@barbadilloit

Augusto Grandi

Augusto Grandi

Augusto Grandi su Barbadillo.it

Related Posts

Politica. Buttafuoco: “Fini? Un flop. Fdi e Lega si devono federare”

L’intervento. Perché i sovranisti devono fare i conti con il mercato

25 Marzo 2021
L’affare GameStop: una rivolta populista contro Wall Street?

L’affare GameStop: una rivolta populista contro Wall Street?

19 Marzo 2021

Der Arbeiter 4.0 Arriva il sindacato nella Silicon Valley, capitale del lavoro targato Terzo Millennio

Focus. Il caso Game Stop a Wall Street e la rivolta dal basso contro gli speculatori

Focus. Allarme Istat, a dicembre persi 110mila posti di lavoro. Licenziate soprattutto le donne

Coldiretti: “Dal grano al pane il prezzo aumenta di 15 volte”

La crisi del mondo produttivo e il flop del decreto Liquidità

Abolire il pareggio di bilancio? I dem preferiscono l’Italia prigioniera dell’austerità

Ripensare (sul serio) l’intervento pubblico nell’economia italiana

Più letti

  • L’intervista.  Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    L’intervista. Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Segnalibro. “Eurasia” e l’attuale ciclo politico dell’Europa

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Difesa. La memoria del cordiale in bustina (simbolo di un’Italia che non c’è più)

    33 shares
    Share 33 Tweet 0
  • Il caso. Arriva Rosiko il gioco da tavola di guerra tra i quartieri di Roma

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Statistiche. Tutti i colori delle maglie del calcio italiano: prevale il rosso

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

La sfida in edicola dell’Identità (diretta da Alessandro Sansoni)

La sfida in edicola dell’Identità (diretta da Alessandro Sansoni)

26 Giugno 2022
L’Ucraina e il fuoco sotto “le Braci”

L’Ucraina e il fuoco sotto “le Braci”

26 Giugno 2022
Gli Stati Generali della Scuola di Fratelli d’Italia: criticità e prospettive per la formazione italiana del futuro

Gli Stati Generali della Scuola di Fratelli d’Italia: criticità e prospettive per la formazione italiana del futuro

26 Giugno 2022

Ultimi commenti

  • Fernando su Ucraina. Il triangolo che esclude l’Europa, impoverita dalle sue sanzioni
  • Valter Ameglio su Ucraina. Il triangolo che esclude l’Europa, impoverita dalle sue sanzioni
  • Platini su Gli Stati Generali della Scuola di Fratelli d’Italia: criticità e prospettive per la formazione italiana del futuro
  • Guidobono su Il conflitto Ucraina-Russia visto da Canfora e Borgonovo
  • Guidobono su Le radici storiche del conflitto tra Russia e Ucraina
  • Fernando su Sicilia. Il passo di lato di Musumeci. Ora è pronto a non ricandidarsi
  • Guidobono su Viaggio nell’Argentina da Peron al radicalismo

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più