Andare in piazza per difendersi da Renzi il gelataio o da Renzi, l’uomo delle slide? No, non vale il biglietto. Quella è fiction, quello è solo il personaggio più macchiettistico di una commedia che nasconde una tragedia. Tornare ad essere protagonisti delle piazza contro il Renzismo è il punto. E’ la partita della vita che giochiamo in nome e per conto dell’Italia vera, dell’Italia che produce, che scommette, che soffre e che genera ricchezza e occupazione.
Il renzismo è l’epifania – e speriamo anche l’epitaffio – della trojka, dei poteri forti, dell’Europa, a trazione tedesca, della grande finanza che divora l’economia reale. In piazza non ci si difende, ma si afferma, ma oggi difendersi dal renzismo, significa affermare le ragioni nazionali contro la trojka che viola la nostra sovranità nazionale, come si faceva in Nigeria quando le elezioni non le vincevano i fantocci eterodiretti.
Affermare la dignità di un popolo che non meritava Monti, non meritava Letta, non merita Renzi, ma soprattutto merita, richiede a gran voce, pretende democrazia e sovranità economica. Ecco da cosa ci difendiamo e cosa affermiamo: il diritto all’autodeterminazione del popolo italiano, il diritto alla sopravvivenza economica di una comunità nazionale contro i privilegi di una casta sovranazionale che, per il tramite del piacione Renzi(e), stritola l’economia nazionale.
Difendiamo diritto di un popolo alla preferenza nazionale perché, in tempi di crisi, difendiamo chi in Italia è nato, è cresciuto, ha lavorato. Difendiamo partite iva, artigiani, medio e piccoli imprenditori che assistono impotenti a dibattiti lunari sull’Italicum e vogliono, viceversa, liberare energie e saperi, per assumere forza lavoro e licenziare pesi morti e soprattutto affermiamo il diritto ad una tassazione equa che non abbia l’amaro sapore dell’esproprio.
Difendiamo il diritto delle nuove generazioni ad immaginare un futuro in Italia e che non meritano –come unica prospettiva – di finire a Londra, non nella City finanziaria, ma a fare i lavapiatti. Vogliamo dare Patria e futuro a questa generazione! Difendiamo i pensionati con la minima sociale a cui non ci sentiamo più di ripetere, come un disco rotto, che non ci sono le risorse che poi, puntualmente, si trovano per le pensioni d’oro o per chi sbarca sulle nostre coste e affermiamo il loro diritto ad una esistenza dignitosa. Affermiamo l’idea che chi ha costruito l’Italia viene prima di chi la assale e la invade.
Difendiamo chi vive nelle città assediate dalla criminalità, invase dagli stranieri, perché riconosciamo, anche nella rabbia e nel livore, il dolore di quegli italiani che si sentono traditi, mortificati e abbandonati e affermiamo che lo Stato deve tornare ad essere al loro fianco.
Difendiamo i diritti delle imprese stritolate da una concorrenza sleale, da una tassazione criminale, da una burocrazia arrogante ed invadente e affermiamo il loro diritto a crescere, assumere e competere.
Rimettiamo in moto la speranza di un popolo, di un blocco sociale, culturale ed economico che è il motore dell’Italia e che non può arrendersi ad oscuri patti di tregua con il volto italiano della trojka. Vogliamo costringere tutto il centrodestra ad archiviare, senza più possibilità ritorni di fiamma, il patto carbonaro del Nazareno, per riaffermare il patto solare con il popolo italiano. A tutto il centrodestra ricordiamo la sua vocazione ad essere maggioritario, ad interpretare le esigenze profonde dei ‘non garantiti’ che rappresentano però la ricchezza morale ed economica di questa Nazione. Abbiamo – da soli – tenuto certe posizioni e senza di noi il percorso non sarebbe stato credibile per ignobile resa al nemico.
E’ ora di ritornare in Piazza, è ora di uscire a riveder le stelle.
Così ne vale il biglietto! A Venezia, a schiena dritta, con il popolo italiano contro i poteri forti, con l’economia reale e contro la finanza, con rabbia e speranza e contro rassegnazione e impotenza. A Venezia per essere l’arma micidiale della legittima difesa del popolo italiano.
*esecutivo nazionale Fdi