Al tempo del Kali Yuga ben vengano i barbari del Nord. Pietrangelo Buttafuoco, intervistato da Alessandro Giuli, spiega al Foglio la Lega sovranista di Matteo Salvini. Senza indulgere a seriose e dottissime disquisizioni dottrinarie, è la fine del mondo e non è che si possa andare troppo per il sottile.
BARBARI E REALPOLITIK. Buttafuoco afferma: “Io sono veramente in una posizione di osservatore, mi diverte tantissimo questo meccanismo, quindi non credo che Salvini abbia interesse nella sua stagione politica a farsi interprete di tutto un codice di linguaggio e di visione del mondo. Non gliene frega niente e fa bene a fregarsene di tutto ciò”. Si parla dell’eredità culturale della destra e aggiunge: “ Quello che invece è funzionale dal punto di vista della politica è adottare una lingua di realtà. Cioè il ragionamento è banale, semplice e anche volgare. Esiste una stragrande maggioranza di italiani che non è di sinistra e che non ha avuto fino a oggi rappresentanza politica, figurarsi quella culturale. Salvini è stato velocissimo a posizionarsi in uno spazio totalmente vuoto qual è quello della stragrande maggioranza degli italiani che non ha una rappresentanza politica; s’è messo lì e adesso ha veicolato l’attenzione di tanta parte di italiani non di sinistra che hanno necessità di portare al concreto alcune cose”.
DITE GRAZIE A MATTEO. Salvini, perciò, campione della realpolitik, paladino della pancia o – per usare un’altra metafora – di chi si ritiene “senza casa”: “Ricordiamoci che Salvini eredita un partito che era ridotto allo schifo totale, perfino peggio di Alleanza nazionale, perché era sommerso dagli scandali, dal “cerchio magico”, dai diamanti, dai diplomi comprati in Albania. Salvini trasforma la Lega e la fa nazionale e su questo processo costruisce una casa che può essere l’incubatrice, non certamente in una prima fase di riuscita e di vittoria elettorale e quindi per andare al governo; ma quantomeno può dare finalmente un luogo dove costruire la politica. Anche perché viene subito dopo una stagione orrenda che è stata quella dell’antipolitica. Voglio dire, il peggior avversario di Salvini lo deve comunque ringraziare perché va a posizionarsi in un ambito che finora è stato occupato inutilmente e sterilmente dai cosiddetti Cinque stelle. E il peggiore avversario di Salvini lo deve ringraziare perché finalmente comincia a costruire un edificio dove non necessariamente dev’esserci la destra che piace all’establishment, non è che l’unica destra bella deve essere quella che si apparecchiava Gianfranco Fini, che poi è finita”.
SALVINI VAI DA SOLO. Buttafuoco, poi, “rottama” i superstiti di Alleanza Nazionale: “E’ una semplice e brutale legge della politica: se a questo gruppetto, a tutti questi politici conviene andare con Salvini, è altrettanto ovvio che a Salvini non convenga prenderseli, né caricarseli. E’ inimmaginabile che lui possa fare il ticket per esempio con uno dei protagonisti di quest’area. Tipo Giorgia Meloni? (chi chiede Giuli ndr). Giorgia Meloni o non so chi altri individuare. Salvini si è costruito una personalità, una figura che deve inevitabilmente viaggiare da sola”.