L’Olanda non risarcirà i danni, lo ha detto l’ambasciatore al sindaco di Roma Ignazio Marino. I fatti di piazza di Spagna sono ormai noti a tutti. Gli ultrà del Feyenoord arrivano a Roma, mettono a ferro e fuoco la città, e se ne vanno senza chiedere scusa. E le istituzioni? Non pervenute.
Ma procediamo con ordine. Ieri, si disputa la partita di Europa League tra AS Roma e Feyenoord. I ‘tifosi’ olandesi sono già nella Capitale in attesa del fischio di inizio, da almeno un giorno prima. E la presenza viene subito notata: è mercoledì sera e a Campo de’ Fiori si registrano i primi scontri. Bilancio della Questura: 33 fermi.
Passa la notte, spunta l’alba. La mattinata di giovedì prosegue indisturbata. È nel pomeriggio che scoppia la guerra: piazza di Spagna teatro della discesa dei barbari verso Roma, ad evocare le peggiori guerre di fine Impero Romano d’Occidente. Fumogeni, bombe carta, lancio di oggetti. Commercianti che abbassano la saracinesca, gente che scappa impaurita. Cariche di alleggerimento della Polizia. Gli ultrà che in parte vengono dispersi. La strada porta i segni della battaglia: rifiuti, sporcizia, resti degli oggetti lanciati. E qualche pezzo di travertino, caduto dalla Fontana del Bernini, la Barcaccia, di recente restaurata, preda della furia ultrà.
The Day after Tomorrow, così il titolo di un film di qualche anno fa, L’alba del giorno dopo. In quanto a scenari apocalittici, non abbiamo nulla da invidiare ai registi americani. Ma se contro la furia della natura nulla si può, contro quella umana è doveroso combattere. O prevenire, che a volte è meglio. Invece, dopo gli scontri di mercoledì sera, dalla Prefettura e dalla Questura – dice Ignazio Marino – ritengono che non ci siano problemi. È ancora giovedì mattina, e la guerra dei barbari non si è ancora consumata. E invece, le parole della Prefettura e della Questura vengono smentite poche ore dopo dai fatti. Fatti che impongono inevitabili riflessioni, e portano con sé inevitabili domande: Roma è una città sicura? “Ieri abbiamo dimostrato di no” – dice il primo cittadino.
Nonostante le critiche che da più parti si sono sollevate contro il sindaco di Roma, Marino è stato l’unico uomo delle istituzioni a far sentire la sua voce. Almeno nel bel mezzo della guerriglia urbana. “Sono indignato”, “sono furioso”, “è inammissibile”, tuonava ieri. “Roma chiederà i danni e pene esemplari”. È stato però un fuoco di paglia, che si è spento qualche minuto fa, quando l’ambasciatore d’Olanda ha sentenziato: dei danni, ad Amsterdam, non ne vogliono sapere nulla. E lui, che prima aveva tuonato a destra e a manca ora, sommessamente, ne “prende atto”. Probabilmente, però, una collaborazione tra Italia e Paesi Bassi per trovare insieme i responsabili e farli pagare sarà possibile.
E intanto, oltre ai danni riportati dalle alberature, il bilancio più pesante riguarda proprio la Barcaccia. Da questa mattina operatori AMA e tecnici della Sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali sono all’opera. prosciugata l’acqua, hanno analizzato nel dettaglio la scultura: “Attualmente circa 60 le scalfiture rilevate all’interno della Barcaccia” – comunica l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Giovanna Marinelli. “Un danno morale indelebile” – tuona il sovrintendente capitolino Claudio Parise Persicce. Confcommercio parla invece di 3milioni di danni per i commercianti.
Un bilancio più che amaro per Roma. Il day after in piazza di Spagna porta i segni della discesa dei barbari, e Roma viene lasciata a morire da sola. Ma cosa avrà detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano in merito ai fatti di piazza di Spagna? Per ora, nulla. Il ministro è a Washington. E ci auguriamo che il suo silenzio sia dovuto a un’improvvisa interruzione delle linee telefoniche tra Italia e America. Perché altrimenti dovrà renderne conto. Ah, se dovrà renderne conto.