Paolo Capone non è più il segretario generale dell’Ugl. Lo ha deciso il Tribunale di Roma, che – riconoscendo le tesi dello sfidante Salvatore Muscarella – lo ha rimosso dall’incarico.
Il Tempo, con un articolo a firma di Filippo Caleri, ha ricostruito la vicenda giudiziaria che ha portato lo storico sindacato dei postfascisti, erede della Cisnal ha sfiorare il ridicolo.
“Dalla sentenza – scrive il Tempo – si evince che i giudici hanno dato ragione alle richieste dello sfidante Muscarella. Secondo le tesi di Capone, infatti, la validità della costituzione del Consiglio Nazionale sarebbe provata «sulla base del verbale notarile della riunione dell’organo in questione del 28 ottobre 2014. In tale verbale – spiega la sentenza – il notaio attestava la presenza di 178 consiglieri su 208 aventi diritto al voto i quali deliberano di eleggere quale presidente dell’assemblea, in sostituzione del consigliere Geremia Mancini, il consigliere Paolo Mattei. Il verbale del Consiglio nazionale prosegue con l’indicazione che alle ore 17.22 i lavori vengono momentaneamente sospesi per la sottoscrizione del verbale». Da questo, Capone, avrebbe fatto discendere la presenza del quorum anche il giorno dopo. E cioè quando con un verbale scritto a mano, depositato il 31 ottobre presso il notaio, si dichiarava la sua nomina”.
La versione accertata dal Tribunale
“Non così d’accordo invece l’interpretazione del Tribunale per il quale ci sarebbe stata la palese violazione dell’articolo 13 dello Statuto. Che recita appunto che, per la valida elezione del segretario nazionale, occorre che sia accertato e sia imprescindibile l’accertamento della soglia dei 2/3 degli aventi diritto al voto. Una cosa che il verbale depositato non consente di provare. Il testo scritto il giorno precedente infatti non farebbe prova del rispetto dei quorum anche nella votazione finale che è avvenuta 24 ore dopo”..
Il 21 febbraio nuovo consiglio nazionale per eleggere il segretario
Adesso non resta che convocare il Consiglio Nazionale, con decreto a firma del vice dell’ex segretario Geremia Mancini, Stefano Cabras. “La data sarebbe il 21 febbraio. Si riparte da zero”, scrive mestamente Il Tempo. Ma non si escludono ulteriori colpi di scena nel triste declino del sindacato vicino alle destre.