Il 28 febbraio Fratelli d’Italia e la Lega Nord – Noi Con Salvini, manifesteranno contro il governo Renzi, invitando tutti coloro che ci stanno ad aderire al progetto comune che punta a superare la soglia del 20%.
Si tratta della tanto agognata (da elettori e militanti) mobilitazione unitaria dei due soggetti di destra, che dopo le elezioni del Presidente della Repubblica hanno rinsaldato i rapporti e hanno quindi deciso di collaborare in maniera organica. Dal 28 febbraio, data scelta inizialmente dalla Lega per la manifestazione #renziacasa, che probabilmente verrà sposata da Fratelli d’Italia, accompagnata da almeno altri due eventi, come spiega Ignazio La Russa sul Giornale, che informa anche riguardo un’iniziativa nel Nord Italia, in una regione dove si vota. La data di marzo era inizialmente calendarizzata dal partito meloniano.Il tutto aperto alla partecipazione di chi ci sta, con un occhio vigile contro chi vuole semplicemente riciclarsi dopo trombature o dopo non aver trovato spazio altrove.
Ma il piatto forte delle dichiarazioni di La Russa riguarda il mese di aprile. Probabilmente dopo Pasqua ci sarà un’iniziativa cui parteciperà Marine Le Pen, molto contenta di benedire un soggetto che raccolga un’intera area e possa coalizzare un consenso molto vasto. ” Posso dire che la Le Pen con Meloni e Salvini ha un sincero feeling”. Per quanto riguarda il possibile candidato premier, oggi Salvini ha espresso il proprio intento di candidarsi a diventare sindaco di Milano, mentre voci insistenti vogliono la Meloni decisa a provarci per il Campidoglio. Dunque a chi far fare il premier? Chi se non Vittorio Feltri, come riporta il Fatto Quotidiano.
Nel frattempo la situazione non è delle migliori in casa Forza Italia. Dopo la cocente sconfitta nella partita del Quirinale, gestita male, appiattendo in maniera incomprensibile tutti i parlamentari su una scheda bianca che, più che indignazione, simboleggiava una assenza totale di linea, Fitto ha tutte le ragioni per chiedere dei cambiamenti nella linea generale del partito. Oggi tutti i dirigenti forzisti si sono dimessi dagli incarichi, ma Berlusconi ha rifiutato le dimissioni. Di certo la questione non è finita qui.