Delle riprese del pilota giordano arso vivo “colpiscono la qualità tecnica del video”, commenta un giornalista televisivo, “la regia e il montaggio”: roba da Oscar. In una tragica rincorsa tra simulazione e realtà, l’ISIS copia il peggio dell’occidente e trasforma le esecuzioni nel format di un selvaggio reality show. I media, in questo tramonto di civiltà, si mettono poi a pubblicizzare uno snuff movie.
Come Videodrome, ma dal nostro lato dello schermo. Il capolavoro del profeta Cronenberg ci aveva illustrato con trent’anni di anticipo come l’attrazione perversa dell’homo videns per la “realtà” del video si tramuti in un vero e proprio culto dell’immagine; questo nuovo estremismo, il videismo, conduce prima alla mancanza di spirito critico e poi al plagio e alla sottomissione.
Critica, ovvero letteralmente “distinguere”: senza un’intelligenza attiva e attenta, ricevere passivamente il mezzo (tele)visivo significa farsene inghiottire e convincere, dimenticando il confine tra reale e artificiale. Una simile assenza di discernimento conduce anche agli estremismi religiosi, alle esasperazioni politiche, alle peggiori derive dell’animo umano lacerato in un conflitto tra assenza di scopo e ricerca di un senso.
L’ambiente stesso in cui “fruiamo” delle immagini atroci dell’ISIS è ambiguo: le foto delle decapitazioni scorrono sui social network tra video di gattini e status sdolcinati e se il video dell’uomo che brucia fosse liberamente disponibile su youtube, probabilmente sarebbe preceduto dalla pubblicità di un’automobile o di una catena di supermercati. Il terrorismo ora ha il proprio Videodrome, una trasmissione HD, pirata , ma virale, che scivola tra i satelliti gocciolando sangue o s’intrufola nauseante nella rete, dove viene condivisa in forma di fotogramma un milione di volte sulle nostre bacheche.
Ripetiamo quell’immagine sadicamente e questo la spoglia di significato, ma la riempie di significanti: macabra e spettacolare e vuota, è il ritratto di Dorian Gray della nostra violenta e ipocrita indifferenza. L’occidente guarda il video dell’esecuzione, ma sta in realtà guardando sé stesso immobile davanti allo specchio nero e lucido di uno schermo lcd spento.
Intanto l’azione e la reazione occidentali sembrano lente, retoriche, vuote: mentre la politica atlantica è condotta da pallidi statisti che inseguono il consenso a ogni costo e la cui sorte politica è mossa dai sondaggi d’opinione, i selvaggi dell’ISIS organizzano un televoto per decidere della morte-show di un 26enne. Il TG ne parla e approfondisce; poi tocca alla dichiarazione del politico, allo sfogo della star, al servizio su Sanremo.
“Nessuno è più crudele di un vigliacco”, scriveva Cormac McCarthy.