Autorità tunisine, compagni di partito, familiari e rappresentanti della comunità italiana si preparano alle celebrazioni per il 15esimo anniversario della morte dell’ex presidente del Consiglio Bettino Craxi, avvenuta il 19 gennaio 2000. Come ogni anno la tomba dell’ex leader socialista a Hammamet, in Tunisia, è meta di un ‘pellegrinaggio’ dei suoi fedelissimi che rinnovano il ricordo di una delle personalità più discusse della storia politica italiana, in ”autoesilio” o ”latitante” (a seconda dei punti di vista) dal 1994 nel paese nordafricano, che allora era guidato dal suo amico ed ex presidente Zine El Abidine Ben Ali. Per uno scherzo del destino, lo stesso Ben Ali ha lasciato il suo paese nel 2011 in seguito alla ‘rivoluzione dei Gelsomini’ che ha dato il via alla cosiddetta Primavera Araba e oggi si trova in esilio in Arabia Saudita.
”Da poche ore in #Tunisie. Prima tappa quella tomba lontana che guarda l’#Italia”, ha twittato la figlia Stefania Craxi, oggi presidente dei Riformisti Italiani, che guiderà la nutrita delegazione partita dall’Italia attraverso alcuni dei luoghi simbolo degli anni ‘tunisini’ del padre.
Le celebrazioni partiranno con una visita alla capanna di Salloum, costruita da Craxi in riva al mare con l’aiuto dei pescatori del luogo e usata come rifugio per scrivere e meditare. In serata poi sarà proiettato il docufilm ‘Esilio’. Gli eventi si concluderanno domenica mattina, con una commemorazione presso il cimitero cristiano di Hammamet, dove si trova la tomba dell’ex leader socialista, posizionata in direzione dell’Italia.
Amici e familiari renderanno ancora omaggio a Craxi, sulla cui lapide è stata scolpita una delle frasi simbolo dell’ex premier, che spiega meglio di ogni altra la sua scelta di lasciare l’Italia: ”La mia libertà equivale alla mia vita”.