Non c’è da esultare, ma senza dubbio si è materializzato un passo in avanti: la Corte Suprema indiana ha concesso altri tre mesi di cure in Italia a Massimiliano Latorre (adesso ricoverato in un centro specialistico neurologico a Milano, vegliato dalla compagna Paola Moschetti). Saranno tutti utilizzati per proseguire il recupero dopo la grave ischemia riportata a Nuova Delhi il 31 agosto scorso.
La decisione è stata caldeggiata dal governo indiano
La sezione numero tre della Corte di Nuova Delhi si è riunita per pochi minuti: il giudice Anil R.Dave ha disposto l’estensione del permesso dopo aver ascoltato la posizione del pubblico ministero indiano (additional solicitor general P.L. Narasimha) e dell’avvocato di Latorre, Soli Sarabjee.
E’ stata consegnato alla Corte una lettera di istruzione da parte del governo indiano in cui si dava il placet per il prosieguo della convalescenza in Italia per il leone del San Marco.
L’affidavit solenne sottoscritto dall’ambasciatore italiano Mancini
Gli avvocati del governo italiano e di Latorre hanno presentato un affidavit sottoscritto dall’ambasciatore d’Italia in India Daniele Mancini: è la garanzia che il marò tarantino tornerà a Nuova Delhi tra cento giorni.
Il ministro degli Esteri Gentiloni: “Ora soluzione definitiva”
Paolo Gentiloni, responsabile della Farnesina ha commentato in maniera misurata la concessione di un secondo permesso per Latorre: “E’ una buona notizia, ma era una istanza presentata per ragioni umanitarie. Ora è necessario arrivare ad una soluzione definitiva.
La complessa situazione di Girone a Nuova Delhi
Resta precaria la condizione di Salvatore Girone, il fuciliere barese, che resta a Nuova Delhi, con le limitazioni della libertà personale determinate dalla contesa giudiziarie e diplomatica: non è rientrato in Italia per le feste e da tre anni è stato sradicato dai suoi affetti, nonostante l’affetto e la presenza discreta e affettuosa della moglie, la signora Vania, e dei figli.