Un’intera generazione è cresciuta a pane e cartoni animati giapponesi. Equamente divisi per genere, se le femminucce potevano emozionarsi con storie d’amore strappalacrime, ai maschietti era riservata tutta l’azione di supereroi robotici. Fu così che nel 1978 arrivò anche in Italia Goldrake (o, più correttamente, Ufo Robot Goldrake), creazione del prolifico mangaka Gō Nagai, destinata a diventare una delle serie animate di maggior successo provenienti dal Sol Levante e che, insieme ad altri titoli oramai leggendari come Mazinga Z, Jeeg Robot d’acciaio e Daitarn 3, ha segnato la giovinezza di molti di noi.
Ma quelli erano altri tempi, non c’era il politicamente corretto a cui siamo costretti oggi, ed un supereroe aveva un solo compito, senza mezze misure: combattere con ogni mezzo il Male per far vincere il Bene. Eroi senza macchia e autentici superuomini che, alla guida di futuristici mecha (ossia giganteschi robot pilotati da un umano) affrontavano da soli il nemico di turno per difendere il proprio pianeta e tutti i suoi abitanti. Cartoni animati di ambientazione avveniristica, certo, ma senza dubbio intrisi di quel meraviglioso spirito tradizionale per cui il Giappone è maestro indiscusso ancora oggi. L’idea del sacrificio, la dedizione totale ad una causa ideale, la difesa dei deboli contro la minaccia del Male: è impossibile non vedere nelle gesta di quei robot corazzati lo spirito di servizio che caratterizzò, nell’immaginario collettivo, la filosofia dei samurai.
Adesso il canale di Sky MAN-GA, dedicato interamente all’animazione giapponese, ripropone l’intera serie composta da 74 episodi in versione integrale e restaurata. Per i più giovani una novità, per i più grandi sicuramente un piacevole ritorno al passato.