In questi giorni sta uscendo nelle sale cinematografiche “The Imitation Game”, un film sulla vita di Alan Turing, un grandissimo logico matematico che con le sue ricerche e intuizioni ha di fatto dato il via all’informatica. Fino ad oggi il nome di Turing è stato appannaggio di coloro che hanno studiato informatica e logica, fra gioie e dolori di studenti che pur comprendendo la grandezza dell’uomo, hanno qualche problema con la “macchina di Turing“. Quest’ultima è un modello, cioè un’astrazione che rappresenta un calcolatore, utile allo studio e alla creazione dei linguaggi formali. Dai linguaggi formali si passa alla programmazione e dunque all’informatica moderna. Possiamo dire che tutto ciò che facciamo oggi ha alla base la modellizzazione di Turing. Dunque, quella del matematico inglese, non è una macchina fisica, ma una costruzione teorica, che trova poi uso in ambito pratico, con tanti saluti a chi dice che l’astrazione è materia per umanisti.
L’opera di quest’uomo intelligentissimo però non si ferma qui. Le sue ricerche si estendevano in altri ambiti, come la crittografia e grazie alle sue doti venne cooptato dall’esercito inglese per decifrare i messaggi cifrati dei tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale, riuscendo anche a decifrare Enigma, la macchina che mandava messaggi in codice utilizzata dall’Asse. La decrittazione richiese proprio l’utilizzo delle macchine di Turing, per l’occasione tradotte in un sistema fisico, che divenne il primo prototipo di computer. Possiamo quindi dire che la prima guerra combattuta a colpi di codici, antesignana delle guerre segrete combattute oggi fra informatici dei vari governi, vide il Turing in prima linea.
Il Nostro fu personaggio vulcanico e pieno di risorse, che purtroppo morì giovane, a causa delle leggi contro l’omosessualità vigenti all’epoca in Gran Bretagna. Perseguitato dal Paese che aveva servito, sottoposto a cure ormonali assurde, si suicidò, lasciando i suoi studi incompiuti, nonostante avesse già dato diffusamente al mondo il proprio intelletto, imprimendo alla tecnologia un’accelerazione senza precedenti. In ambito informatico, è dimostrato matematicamente, di grandi come Turing non ce ne saranno mai più.
Al corso di Informatica Teorica, mi si perdoni la nota autobiografica finale, da studente non sempre puntuale, fra tutti i modelli di calcolo approfondii solo la “macchina”, in quanto aveva la stessa capacità espressiva di tutti gli altri modelli messi insieme. All’esame al posto delle Reti di Petri (altro tipo di modello) proposi nelle soluzioni macchine di Turing a sei nastri e venni liquidato con uno sprezzante 18.
Alla sera brindai a Turing e alla sua genialità.