Che Blob fosse uno dei pochi programmi televisivi da seguire, nonostante non sia più fresco e originale come un tempo, lo sapevamo, ma non avremmo mai immaginato di trovare il vecchio Ezra correttamente citato, et pour cause, senza alcun intento denigratorio né preamboli esorcizzanti.
E’ successo il 26 novembre, su Rai3, verso le 2, quando l’inconfondibile voce di Pound ha coperto, con le parole e i versi del Canto XLV, Contro l’usura, il discorso di Mario Draghi all’Europarlamento, ed è tornata, pochi minuti dopo, a integrare un’ efficace battuta di Carlo Freccero contro le banche. I titoli in sovrimpressione erano, rispettivamente EZRAPOPPINS e EZRAPOPPER, affettuosi tributi alla scanzonata efficacia, perenne e purtroppo attualissima, del “messaggio” poundiano, e della sua motivata analisi critica del meccanismo infernale attraverso il quale le banche creano il denaro dal nulla, per poi prestarcelo a caro prezzo, imponendo insensati sacrifici e politiche suicide.
Aspettiamo un’altra puntata, magari un po’ più articolata, in cui vedere porre la domanda cruciale, quella che Pound ha spesso provocatoriamente rivolto a politici ed economisti di ogni schieramento: “ma perché i governi continuano a preoccuparsi di dove va a finire il denaro, e quindi cercano di limitarne la spesa, e invece nessuno si chiede mai da dove vengono i soldi, e chi, come e perché li distribuisce? Dire che uno Stato non ha soldi per le opere pubbliche – è sempre Pound che cita una nota battuta – sarebbe come pretendere che gli ingegneri non possono costruire le strade per mancanza di chilometri…”.
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