la Sicilia e la Lega Nord: cosa potrebbero mai avere in comune? Polentoni contro terroni, Nord contro Sud, metropoli industrializzate contro un mondo agricolo… Ci sono forse tutti gli elementi più per una guerra civile, simile a quella ottocentesca americana, che per pensare di far nascere uno nuovo soggetto politico locale che abbia come leader il “padano” Matteo Salvini. Avete tutto il diritto di pensarla in questa maniera, così come di credere che appoggiare Salvini significhi insultare la propria terra; ma se si accetta tale visione delle cose, permettetemi però di aggiungere che Salvini avrà anche in passato cantato qualche stupido coro goliardico contro i napoletani (cosa che nessuno ha dimenticato, ma che non può certo condizionare le proprie scelte politiche: quanti di noi hanno cantato cori “da stadio” contro i milanesi?), ma di sicuro quest’isola disgraziata, la Sicilia, lui o chi per lui non l’ha mai governata; noi non abbiamo mai avuto la fortuna di avere un candidato “pulito” e genuino alla presidenza della Regione come ha dimostrato di essere l’emiliano Alan Fabbri, che si alzava al mattino presto per andare a far la campagna elettorale, rimpiangendo il fatto di non poter curare i bisogni del suo piccolo paese di provincia del quale era sindaco. Noi non abbiamo mai avuto amministratori locali, come quelli “leghisti”, che governavano bene la propria terra senza far danni gravissimi (o, se li abbiamo avuti, si contano sulle dita di una mano: un esempio su tutti, Nello Musumeci). Noi Siciliani siamo famosi per Miccichè e per Lombardo, per Crocetta e la Scilabra, per Cuffaro e per Ciancimino, per Cascio e per gli altri “mister 50.000 preferenze” (che non si sa proprio da dove spuntino); siamo celebri per i pacchi della spesa regalati agli elettori il giorno prima dell’apertura dei seggi, per il voto di scambio, per il numero più alto di dirigenti regionali, per le raccomandazioni e per la speculazione, operata dalle associazioni “umanitarie”, sulla tragedia dell’immigrazione clandestina.
Che schifo, starete pensando. Già, che schifo, adesso Matteo Salvini non sembra più tanto male, soprattutto perché parla di problemi reali ed è disponibile ad applicare le migliori soluzioni possibili. La Sicilia ad esempio deve puntare sulle sue bellezze naturali, dando slancio ad un settore turistico che “galleggia” ma non decolla, quando in realtà proprio quest’ultimo dovrebbe costituire la punta di diamante della nostra economia. Ma del resto noi siamo la terra che nel 2014 esulta per la costruzione (ancora per altro non finita) delle linee per il Tram a Palermo, mentre in tutta Europa tali cose esistono da decenni. Siamo il mondo dell’eterno “poi”, del “vedremo in futuro”: personalmente ho 30 anni, sono laureato (110/110) e non ho uno straccio di lavoro, dunque io il futuro non lo voglio vedere tra altri 30 anni, voglio costruirlo adesso e (magari so che non vi piacerà, ma spero di farvi ricredere) voglio tentare di farlo appoggiando l’unico leader nazionale che, a livello locale, promette finalmente non un pacco di pasta ma un futuro radioso per la nostra terra; e quell’uomo è solo Matteo Salvini, con buona pace di tutti.
*responsabile provinciale CasaPoundItalia – Palermo