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L’intervento. Il sorpasso della Lega su Fi in Emilia-Romagna e le manovre neocentriste

by Vincenzo Sofo*
21 Novembre 2014
in Politica
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Salvini con il microfono e a sinistra il senatore Volpi
Salvini con il microfono e a sinistra il senatore Volpi

Domenica in Emilia-Romagna si va ad elezioni per eleggere la nuova amministrazione regionale. Chissenefrega, verrebbe da dire. Eppure da un appuntamento elettorale apparentemente così poco significante, potrebbe scaturirsi il definitivo terremoto del centrodestra.

La chiave di volta si chiama Alan Fabbri, il candidato leghista. Non perché siano moltissime le possibilità per lui di vittoria (il successo del centrosinistra in una terra tradizionalmente rossa è dato quasi scontato), ma perché l’eventuale sorpasso della Lega Nord ai danni di Forza Italia certificherebbe una rapidità di crescita del nuovo progetto salviniano addirittura oltre le aspettative. Questo manderebbe in piena crisi Berlusconi e il vecchio centrodestra, che si ritroverebbe improvvisamente all’angolo non potendo più giocare nessuna carta per arginare il fronte identitario di Salvini.

Ecco perché molti hanno già iniziato a muoversi. A partire da Flavio Tosi, che ha iniziato a girare l’Italia per tentare di sottrarre terreno al segretario del Carroccio. Il sindaco di Verona ha infatti in essere un sodalizio con il noto banchiere Corrado Passera, con il quale sta lavorando per far finalmente partire la rete dei cosiddetti ‘fari’ relativi alla fondazione ‘Ricostruiamo il Paese’. L’obbiettivo della coppia Tosi-Passera è la costituzione di un partito che permetta al primo di staccarsi dalla Lega per spostarsi al centro, potendo contare sul un accordo di massima con NCD ed una parte di Forza Italia. Cercando di portarsi dietro anche quel che si riesce delle destre italiane, tramite l’operato di Progetto Nazionale (la presenza di Tosi al Foro 753 di Roma è in tal senso emblematica). A ciò aggiungiamo gli ordini di scuderia dati dal Silvio nazionale a Mediaset: iniziare ad oscurare Salvini, o per lo meno a sbeffeggiarlo. Ma anche il supporto dei luogotenenti berlusconiani a testate web para-leghiste (guarda caso improvvisamente inneggianti all’ex vituperato nazionalista Tosi) per scatenare una fronda anti-salviniana interna al Carroccio.

Chi invece – in questo movimentismo generale – sta rimanendo in letargo, è Fratelli d’Italia. Mentre Salvini procede come un carro armato sulla via del fronte identitario, gli ex An tentennano: atteggiamento comprensibile per i vecchi colonnelli (che si ritroverebbero fuori dai giochi in questo cambio che sarebbe anche generazionale), meno per chi – come la Meloni – avrebbe l’opportunità di portare il contributo del suo gruppo negli scenari politici futuri. In questo senso, le dichiarazioni di alcuni dirigenti di FdI manifestano un vizio di miopia politica: sulle colonne di Barbadillo, l’intervento dell’eurodeputato Fidanza ha dimostrato, parlando di unioni/fusioni/scioglimenti, un ancoramento alle vecchie logiche partitiche, mentre – come ha ben spiegato Fabrizio Fratus su La Voce d’Italia e su altre testate – Salvini sta creando qualcosa di assolutamente nuovo proprio a partire dai presupposti. Mentre taluni si fermano a ragionare di rivalità, Salvini sta superando tutti perché lancia un discorso di rete e di riconoscimento delle singole identità. D’altronde, coerentemente con il pensiero che sta anche alla base dell’idea di società che propone.

Fermo è anche Raffaele Fitto, ma per motivi diversi: dopo i contrasti con Berlusconi a causa del voltafaccia attuato da Forza Italia nei confronti dei suoi elettori, ha deciso di attendere un attimo prima di recidere il cordone ombelicale, volendo capire che piega prenderà il progetto del leader leghista.

Insomma, il post-elezioni emiliane sarà contraddistinto da due situazioni fondamentali: da un lato, Salvini dovrà capire se è più conveniente procedere con il progetto delle due leghe cugine – Lega Nord più Lega dei Popoli – o se puntare su una rete a trazione salviniana della quale la Lega sia il movimento trainante ma in convivenza con altre realtà; ciò dipende dai dati elettorali, che faranno capire quanto il Carroccio sia determinante nella crescita di consensi o quanto sia merito esclusivo del suo leader (la decisione di mettere nei manifesti elettorali emiliani la figura di Salvini al posto di quella del candidato Fabbri, è già un segnale). Dall’altro lato, la deriva centrista degli altri referenti politici porterà all’esistenza di due ‘centrodestra’: una appunto nuova ed identitaria, l’altra liberal sulla scia di una nuova democrazia cristiana.

*direttore de Il Talebano, dirigente della Lega Nord

@barbadilloit

Vincenzo Sofo*

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