Pochi giorni fa ha visto la luce a Torino Gioventù Universitaria, un nuovo coordinamento di realtà universitarie di destra sparse sul suolo nazionale, che hanno deciso di mettersi a combattere insieme alcune battaglie. Non è quindi un movimento centralizzato e monolitico, ma una realtà composita che darà la possibilità di affiancare alle campagne strettamente locali anche delle battaglie di respiro nazionale.
Il nucleo fondante è composto dalle associazioni presenti a Torino, Roma, Siena, Perugia, Trieste e Bari, ma si stanno già unendo al progetto gruppi universitari di altre città, contribuendo a rendere il discorso ampio e interessante. Da sottolineare l’indipendenza partitica della sigla.
La sfida è “quella di costituire un coordinamento nazionale universitario, pronto a combattere per e a fianco degli studenti. Promozione sociale, culturale e di difesa del Diritto allo studio saranno i punti cardine dai quali partiranno le battaglie condivise dal coordinamento nominato Gioventù Universitaria”. Il gruppo è coordinato da Kris Cipriani, Enea Paladino, Edoardo Cigolini, Nicola Minerva, Marco de Cesare e Nicole Matteoni.
Il mondo degli universitari di destra si sta dunque riorganizzando e rimettendo in moto, mosso da una nuova generazione di studenti che, lontani dalle logiche precedenti, cercheranno di rimettere in piedi quel mondo che si chiamava prima Fuan e poi Azione Universitaria. Quest’ultima fu un movimento organizzato e di autentico spessore, capace di eleggere un gruppo maggioritario al CNSU e detentore di centinaia e centinaia di seggi negli organi superiori e inferiori di tutte le università italiane
Il simbolo, per ora provvisorio, vede al centro un sole contornato dalla scritta “Gioventù Universitaria”. La simbologia solare, secondo gli ideatori, appare un richiamo alla tradizione indoeuropea e alla cultura primordiale del popolo europeo, alla forza interiore della gioventù energica. Il tutto impreziosito dalla posizione centrale dell’astro, a simboleggiare le saldi radici in un centro valoriale da conservare, pena la decadenza.