“Daje stavo a scherzà!”. Recita così un cartellone affisso ad una sagoma di cartone del sindaco Ignazio Marino nella sede della Camera di Commercio di Roma, dove si è svolta una conferenza stampa per fare il punto sulla questione delle multe non pagate e dei permessi ZTL del primo cittadino della Capitale.
Una conferenza stampa convocata in tutta fretta, dal senatore Augello, con tutto il gruppo NCD. Al centro dell’appuntamento, la presunta intrusione nel sistema informatico del Campidoglio, messa in atto da chi – per dirla con le parole del sindaco Marino – ha voluto screditarlo agli occhi dell’opinione pubblica, manomettendo i dati relativi ai suoi permessi ZTL. Proprio Augello, senatore NCD, aveva presentato un atto di sindacato ispettivo e un’interrogazione per 8 multe che sarebbero state prese dall’automobile di Marino, dal 24 giugno al 20 agosto scorso, e che non sarebbero state pagate. Marino, convinto della manipolazione del sistema informatico, aveva esposto formale denuncia ai Carabinieri. La Procura aveva quindi aperto un fascicolo di inchiesta sul caso.
Ma ecco che Augello rivela una verità inaspettata. Nessuna intrusione, nessuna manipolazione, nessun hacker. O meglio: Augello, ha convocato i giornalisti per spiegare che “a ‘manipolare’ il dossier sulle multe è stato lo stesso sindaco e non c’è alcun hacker”. Un’accusa che trova giustificazione in una spiegazione tecnica: secondo Augello, che ha mostrato stampate della ricerca nel database dei permessi Ztl, “se qualcuno fa la ricerca per permessi Ztl il permesso non c’è. Invece se si fa una ricerca senza specificare la chiave Ztl, il permesso ricompare. Quindi sono due tipi di ricerche. Questo perché Marino ha un permesso che si dà ai sindaci”. In buona sostanza, “è una questione di interrogazione al sistema informatico. Se non si richiede nulla il permesso risulta, se si chiede al sistema di cercare la voce Ztl il permesso scompare”.
Quindi, il tentativo zoppo con cui il sindaco Ignazio Marino avrebbe tentato di difendersi, postando sul suo profilo Facebook un video in cui si mostrano due stampate, una con il permesso e una senza, provando così a sostenere la tesi dalla manomissione dei dati, naufraga sotto i colpi delle prove portate in conferenza stampa dal gruppo NCD. In poche parole: se c’è un dossier falso, secondo i promotori della conferenza stampa è quello del sindaco Marino, basato su un’erronea ed errata ricerca all’interno del sistema.
Non molla la presa Andrea Augello, che spiega ancora: “Le carte che noi abbiamo ci dicono che chi ha fatto questo dossier elettronico ha fatto due interrogazioni diverse al sistema e sapeva bene che avrebbe avuto due versioni diverse”. Secondo Augello, quindi “chi l’ha fatto voleva che non si andasse avanti per accertare la questione delle multe di Marino. Qui si sta cercando di imbrogliare la gente. Dobbiamo capire se siamo di fronte a un falsificatore. Non so se il sindaco l’ha capito ma comunque resta una cosa agghiacciante perché ha raccontato una bugia ai magistrati”.
All’Ansa, che chiede ad Augello come sia venuto in possesso dei dati sui permessi ZTL snocciolati oggi in conferenza stampa, il senatore NCD spiega che si tratta di “una pia fonte anonima. Non so se si possa fare, ma sono disposto a prendere un avviso di garanzia per sapere la verità”.
A questo punto ha preso la parola anche il capogruppo NCD in Campidoglio, Roberto Cantiani: “Giovedì presenteremo una mozione di sfiducia al sindaco Marino”, al fine di chiederne le dimissioni.