Anche il turismo entra a pieno titolo nella campagna elettorale. Perché si taroccano dati e andamenti pur di nascondere una situazione che sta diventando sempre più difficile. Mentre i quotidiani insistono sull’ottima stagione invernale in Valle d’Aosta, gli operatori del settore parlano apertamente della “scomparsa degli italiani”. E gli stranieri non bastano a far quadrare i conti.
«Su 99 settimane – spiega un operatore che affitta appartamenti a settimana – una sola è stata presa da un italiano». Ma sulle settimane bianche il turismo si è ormai orientato verso un’offerta riservata agli stranieri. Il problema è che gli italiani stanno riducendo anche il turismo mordi e fuggi, quello della sciata in un’unica giornata. Troppo cara l’autostrada, troppo cara la benzina, troppo cari gli impianti di risalita.
Si era sperato sull’effetto Imu per le seconde case: chi ha un alloggio in una località sciistica sarebbe tornato ad utlizzarlo, dopo anni di assenza, visto che era comunque obbligato a pagare l’Imu. Macché, è andata male anche su questo fronte. E chi ha riaperto la casa delle vacanze, si è portato il cibo dalla città, per risparmiare. Di ristoranti neanche a parlare.
Solo gli stranieri si concedono la cena nei locali alla moda. Gli italiani restano a casa e, sulle piste, si portano il panino già preparato.
Ma pure i turisti esteri stanno cambiando abitudini. Cominciano a trascurare i tour operator – che avevano anche aperto sedi stabili nelle principali località, per garantire un servizio più accurato – e scelgono il “fai da te”. Ci si organizza in gruppi sull’on line, si prenota on line e si risparmia. Non tutti gli operatori hanno avuto la capacità e la prontezza per adeguarsi. E questo creerà differenze sostanziali nei bilanci di fine stagione.
Tutti, però, guardano con timore alla prossima estate. Perché il turismo straniero è soprattutto invernale. E senza italiani l’estate rischia di diventare molto calda per l’economia turistica montana.