Capita, a volte, che persino Gramellini possa avere ragione. E ha sicuramente ragione quando rileva come lo scontro televisivo tra Rai e La 7, tra Giannini e Floris, abbia evidenziato il nulla cosmico della destra, del centrodestra, di qualsiasi cosa a livello politico ci sia oltre alla banda del burattino ed ai suoi (pochi) avversari interni. Per trovare una finta opposizione ci si inventa un Prodi non entusiasta ed uno Scalfari leggermente critico. Ossia due compagni di strada del burattino. Perché, oggettivamente, il povero Brunetta sotto schiaffo dal Berlu duduizzato, non rappresenta proprio una grande opposizione. Colpa dei cattivoni Giannini e Floris? Colpa del loro sinistrismo? Della loro faziosità? Sarebbe bello e comodo far ricadere la responsabilità sui conduttori televisivi. Ma non è così. Certo, la loro collocazione politica ed ideologica non aiuta, ma le responsabilità sono altre, sono altrove. Cosa mette in campo tutta l’area non renziana? Nulla. Inutile sprecare tempo con Berlu che si occupa solo di svendere un partito in cambio degli sconti sugli alimenti all’ex moglie o in cambio della benevolenza dei giudici negli altri processi. E Forza Italia organizza convegni con i soliti noti, tenta persino di recuperare Giannino, non sforna un’idea vincente che sia una, non crea un personaggio presentabile per non far ombra all’ombroso leader duduizzato. Ncd? Bisogna impegnarsi molto per ricordarsi di qualche esponente, a parte il bolso Cicchitto o l’ex ministra nota solo per il linguaggio volgarissimo. Ah già, ma c’è la Meloni. Ci sono i Fardelli d’Italia. Impegnati nell’autoreferenziale Atreju, sempre più romanocentrico perché l’ombelico del mondo è la Garbatella (grazie ai Cesaroni, forse). Quanto pesano ancora i Fdi? Crosetto se ne va, La Russa non si sa dove sia, Meloni non riesce a fare un salto di qualità che le consenta di essere credibile al di sopra del raccordo anulare.
Resta la Lega di Salvini. Ma dopo la discesa al Sud in campagna elettorale per le europee, la spinta sembra essersi arrestata. Probabilmente non si è arrestata quella dei consensi, in crescita grazie al calo altrui. Ma la proposta? La presenza sulla scena politica? Le idee e la loro divulgazione? Certo, l’atteggiamento dei media non aiuta. Così come non aiuta il movimento grillino. I media riportano solo ciò che serve per sputtanare leghisti e grillini, per sottolineare divisioni, polemiche, scontri. Ma se nessuno si degna di creare canali informativi alternativi, non può lamentarsi della scorrettezza di chi dichiara pubblicamente di essere schierato dala parte opposta. Lo si è visto nei giorni scorsi di fronte all’offensiva della sinistra per riconquistare e gestire un premio letterario come l’Acqui Storia: silenzio di Fi, silenzio di Ncd, silenzio di Fdi, silenzio della Lega. Se tutti tacciono, non si lamentino dell’occupazione altrui di tutti gli spazi di informazione e di gestione culturale.