“Forse non lo sapete ma questo pezzo (“Stay ” di Maurice Williams & The Zodiacs, nda) è molto importante perché contiene il primo falsetto della storia della musica. ‘Sti c…i’ direte voi, eppure senza di esso non avremmo avuto i Cugini di campagna… beh, in fondo sarebbe stato anche meglio!”
Musica, gran voci e “romanaccia” ironia: questi i pezzi forte delle esibizioni di “Greg & The Frigidaires” (Claudio Gregori: voce e chitarra, Luca Majnardi: voce e tromba, Alessandro Meozzi: voce e chitarra, Olimpio Riccardi: voce e sax, Giovanni Campanella: batteria, Giulio Scarpato: basso) band capitolina che interpreta, anche in chiave comica, famosissimi brani del genere doo wop da “Stay” a “Blue Moon”, passando per “Wonder Why”. Comici, come il nome che si sono scelti e che tradotto starebbe per “Greg e il Frigorifero”. Un nome che sfotte la tendenza tipica delle formazioni di un tempo a mettersi nomi altisonanti come Dion & The Belmonts, Maurice Williams & The Zodiacs, The Quotations, etc.
Scherzi a parte i “Frigoriferi” romani sono virtuosi del genere, fondendo stile e cultura musicali con l’arte dell’intrattenimento perché, si sa, saper far ridere non è cosa semplice e scontata.
E così, tra un “Imagination is funny, it makes a cloudy day sunny/Makes a bee think of honey just as I think of you” e un “ti avevo chiesto una spigola al sale” (cover di “Speedy Gonzales” di Pat Boon), ripropongono per un’ora e mezza sketch da Saturday Night Live, dando l’impressione di rivedere sul palco i fratelli Blues (Dan Aykroyd e Johnn Belushi) “in missione per conto di Dio”.