Ci voleva una Pantegana bionda per far innamorare del calcio il primo presidente nero della storia degli Stati Uniti d’America. Jurgen Klinsmann, comandante di ventura tedesco assoldato dalla federazione a stelle e strisce per tentare il miracolo dei miracoli, ha convinto persino Barack Obama a sfidare (ancora una volta?) lo scetticismo statunitense nei confronti del soccer e a schierarsi, apertamente, in favore dello sport che, da Los Angeles a New York, gli statunitensi hanno sempre ritenuto roba per signorine.
IL MISTICO JURGEN. A vederlo, non si direbbe. Eppure Jurgen Klinsmann, incapace di tollerare la minima imperfezione e testardo come e peggio di un mulo sordo, è un sostenitore dello yoga. Lo ha praticamente imposto in sede di preparazione alla sua truppa. Insieme a massacranti sessioni di corse mattutine (a stomaco vuoto), sedute di training autogeno condite da discorsi motivazionali, e un corso full-immersion di de-americanizzazione dell’idea stessa di calcio a quelle lande. Un sorta di percorso iniziatico-sportivo, imposto con tutti i rigori (tantissimi) e le blandizie (poche ma ‘motivazionali’) per far passare la scalcagnata compagnia yankee dal soccer – roba per signorinelle e hippies fuori tempo massimo – al football vero, quello fatto di sudore, sangue, cattiveria e agonismo. Che puzza di Europa.
YES, WE CAN. Chi avrebbe scommesso un solo euro sul pareggio tra gli Usa e il Portogallo di Cristiano Ronaldo? Solo un pazzo, più folle del mitico Klinsmann, l’uomo che vive in barca e se ne frega di tutto e di tutti. Le sue scelte sono state, puntualmente, dileggiate e criticate dalla stampa americana. Evidentemente, negli States, hanno destato scalpore le esclusioni eccellenti (tipo Donovan) e i metodi di preparazione che lo avvicinano alla versione 2.0 dell’insuperabile Pippo Marchioro. E come questi trascinò il microscopico Cesena dritto in Coppa Uefa, così Jurgen sogna di agganciare gli ottavi e, magari, andare ancora avanti. “Di vincere non se ne parla ancora, non siamo ancora all’altezza delle grandi”, aveva detto tempo fa a chi gli chiedeva degli obiettivo degli americani ai Mondiali. Intanto, la squadra inchioda i lusitani e paga la sua inesperienza facendosi raggiungere a tempo abbondantemente scaduto da un colpo di testa di Varela, su cross di CR7. Mentre, negli Usa, “Trecento milioni di persone fanno il tifo per gli undici in campo”. Parola di Obama.
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