Jean Luc Godard, uno dei più importanti registi francesi e fra gli esponenti più significativi della Nouvelle Vague, ha dichiarato in un’intervista a Le monde che sperava che il Front National vincesse le elezioni e che secondo lui Hollande dovrebbe nominare Marine Le Pen primo ministro del governo, «così potremmo far finta di muoverci, se non ci si muove veramente». Una presa di posizione piuttosto particolare, visto che il mondo culturale francese è in subbuglio da mesi per cercare di screditare e combattere la Le Pen, tanto che i direttori dei festival culturali dei comuni dove hanno vinto o fatto buoni risultati i candidati frontisti, hanno messo in discussione i festival stessi.
Secondo Liberation, giornale della sinistra francese, è però una tipica provocazione godardiana. In passato il regista aveva proposto di mettere Adolf Hitler sulle banconote, perché il suo linguaggio sarebbe quello della continua sfida verbale. Resta il fatto, però, che nell’immaginario della politica “pop” la vittoria di Marine Le Pen viene vista adesso come un’iniezione di novità anche da parte di uno dei rappresentanti principali della cultura francese, non più come uno “choc” da cui la Francia si deve riprendere.
Se da una parte arriva l’endorsement (a suo modo) di Godard, dall’altro il meccanismo mediatico continua non solo colpire l’immagine “politica” del leader del Fn (le inchieste sensazionalistiche su una presunta “cupola nera europea”) ma inizia a concentrarsi anche su quella privata di Marine Le Pen. Meccanismo che in Italia si chiama “macchina del fango”…