Secondo incontro del Salone del libro con al centro il dibattito sulle “Anime della destra”. Il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco, il vice Direttore de Il Foglio Alessandro Giuli e l’attore Edoardo Sylos Labini, hanno provato, coordinati da Luca Beatrice, a fare il punto sullo stato di salute di una destra sofferente. E’ un dialogo, quello tra i tre ospiti, in cui il fantasma di Berlusconi aleggia costantemente. Prima nelle parole di Buttafuoco, secondo cui all’ex Cavaliere sarebbe da imputare una colpa massima nei confronti della destra: quella di averla uccisa tramite “l’annichilimento delle sue radici socio culturali, che, dal dopoguerra, avevano attraversato innumerevoli fasi di persecuzione”. E di conseguenza di aver impedito a “quel lievito culturale rappresentato dalla destra, si farsi fecondo”. Poi, di contraltare, nella parole di Alessandro Giuli, secondo cui il berlusconismo non avrebbe fatto nemmeno un danno in più rispetto a quelli che la destra post-fascista non era riuscita a fare da sola. Per Giuli: “La destra è arrivata all’appuntamento con la storia, dopo aver vantato, nei discorsi, diversità antropologiche enormi ma dimostrandosi molto peggiore di quelli che aveva aspramente criticato”. Secondo il giornalista, poi, anche l’ostracismo culturale tanto temuto dagli intellettuali di destra, rischia di essere un pretesto: “Non si può chiedere alla sinistra di non ostracizzare. Il rischio è quello di diventare dei piagnoni”. Eppure l’ostracismo da parte dell’élite intellettuale di sinistra, concordano tutti i presenti, esiste. Per Pietrangelo Buttafuoco, però, spesso “la vittima è diventata complice del carnefice, perseverando nella sudditanza psicologica” e il berlusconismo non avrebbe aiutato a sanare questo gap, consegnando all’Italia uno dei “dibattiti culturali più tristi e disadorni e delle riforme scolastiche tra le peggiori della storia”. Anche Edoardo Sylos Labini, attore, autore e nuovo responsabile culturale di Forza Italia, trova in alcuni atteggiamenti tipici degli uomini di destra il germe della crisi che si sta consumando: “La colpa è anche di noi intellettuali, ancorati a un individualismo deleterio. Dobbiamo prendere a modello figure come Marinetti che puntarono sull’aggregazione e unendo le sinergie di vari artisti, portarono lustro internazionale al nostro Paese”. Tratto da www.salonelibro.it