Sul podio degli europarlamentari più attività (la classifica è data da una serie di indicatori come il numero di votazioni, proposte di legge, interrogazioni, etc…), c’ė anche Sergio Silvestris, uro deputato pugliese di Forza Italia. Ė il primo degli uomini, visto che davanti a lui ci sono due colleghe del Ppe: Barbara Matera (Forza Italia) e Roberta Angelilli (passata a Ncd).
Onorevole, davvero si sente uno “stakanovista”?
“Cinque anni fa ho preso 104 mila preferenze. Era un mio dovere restituire, con l’impegno, la fiducia ai miei elettori”
Dai banchi della commissione Agricoltura.
“Ė una delle più toste perché è molto tecnica. Ma volevo dare delle risposte agli agricoltori del Sud Italia. E in questi cinque anni ho sincronizzato il mio orologio con il loro”.
In che senso?
“Per tutto questo periodo mi sono svegliato alle cinque, proprio come fa chi va nei campi. Purtroppo per arrivare a Strasburgo, da Bari, devo prendere tre aerei e sono costretto a partite all’alba. Anche questa lontananza dalle istituzioni ė una delle cause del fatto che l’Italia conta poco in Ue: i miei colleghi francesi arrivano qui dopo un’ora di treno.
Da un lato si dice che l’Europa decide i destini dei nostri Paesi, dall’altro che il Parlamento conta pochissimo: ė così?
“Non più. I compiti del Parlamento sono sempre più crescenti. Per esempio sulla Pac, la Politica agricola comune, prima dava solo un parere non vincolante, ora invece ė più decisivo. Certo, rispetto alla Commissione conta molto meno, nonostante sia l’unico organo eletto dai cittadini e non composto da nominati”.
Si trova più in sintonia con i colleghi italiani degli altri partiti o con gli altri popolar europei?
“C’ė grande sinergia con i connazionali: spesso voto in sintonia con i colleghi del Pd, più di quanto capìti con i colleghi tedeschi del Ppe. Ma questa collaborazione non ė nel segno dell’incirca o, come succede altrove. Qui prevalgono gli interessi nazionali. Anche se troppi vengono qui per secondi fini”.
Quali sarebbero?
“Qualcuno viene qui per finire la carriera, qualcuno per iniziare un’altra. Qui bisogna venire solo se si crede davvero in questa istituzione”. (da La Stampa)