Se in Francia il “fronte repubblicano” (l’alleanza tra gollisti e socialisti per scongiurare l’affermazione al secondo turno del Front National) non funziona più, ci pensano gli organizzatori dei Festival a tentare di frenare – almeno simbolicamente – l’avanzata del partito di Marine Le Pen. Dopo il caso del Festival di Avignone è arrivato quello che riguarda il “Positiv Festival”, uno degli appuntamenti musicali della Linguadoca. Questo non si terrà a Beaucaire perché in questa città ha vinto il Front National, con il 40% dei voti.
L’annuncio è affidato a un comunicato sul sito stesso del festival, in cui si accusano le forze politiche di non aver costituito il “fronte repubblicano” e di aver quindi lasciato mano libera ai lepenisti. Le ragioni sono le solite: i valori di apertura e accettazione dell’altro “non sembrano compatibili con i valori di rifiuto dell’altro incarnati dal Front National” e quindi organizzare un festival assieme a un sindaco di quel partito non è possibile.
Anche dall’estero non mancano i tentativi di boicottaggio del voto. Precisamente dal Belgio, dove due “borgomastri” (i sindaci si chiamano così in quelle zone) di Arlon e Farciennes hanno deciso di sospendere il gemellaggio con Hayange e Beaucaire, due delle quattordici città che hanno visto vittorioso il candidato frontista.
Una scelta motivata dai sindaci in quanto «politicamente, non possiamo continuare a lavorare con persone che sviluppano simili ideologie. Non ci recheremo più a Beaucaire (e ad Hayange, ndr) su invito delle autorità cittadine. E, a nostra volta, non li inviteremo più».
Insomma, gli episodi di demonizzazione del responso democratico delle urne continuano. Già alla fine del primo turno il presidente del Festival del teatro di Avignone aveva minacciato la chiusura della manifestazione qualora avesse trionfato al secondo turno il candidato del Fn (che domenica non ce l’ha fatta, probabilmente anche per il panico creato da una notizia del genere per una città che vive economicamente di cultura).
E anche nel mondo dello sport c’è chi non accetta la vittoria del partito di Marine Le Pen. È il caso del presidente della squadra di rugby di Tolone, Boudjellal, che ha annullato la partita con la squadra di Béziers proprio all’annuncio della vittoria di Robert Menard in città. La motivazione? Anche qui il trionfo dell’ideologia: «Ho costruito una squadra multirazziale, ho una filosofia di vita che prevede un mondo unico. Quando qualcuno mi dice che gli stranieri in Francia hanno fame è la parola fame a colpirmi, non straniero». Giustificazione un po’ strumentale dato che il neosindaco di Béziers, Menard, – che non ha tessera del Fn anche se ne condivide “l’80% del programma, soprattutto sull’immigrazione” – è tra i fondatori di “Reporter senza frontiere”, associazione internazionale che si batte per la libertà di espressione in tutto il mondo. Famosa, nel 2011, la sua protesta contro il regime cinese alla vigila delle Olimpiadi del 2008, quando salì sulla cattedrale di Notre-Dame sventolando la bandiera “Freedom in China”. Insomma, Menard non sembra affatto un sindaco estraneo ai problemi del mondo.