Incuranti dello sbarramento del 4%, tra postaennini si continua a dibattere sulle ragioni di una possibile unità, alla fine mai raggiunta. Francesco Storace, leader de La Destra, ha offerto la sua versione sui dissidi con Fratelli d’Italia con una intervista a Il Tempo, firmata da Carlantonio Solimene.
Per Storace, la sua assenza al congresso di Fdi a Fiuggi ha una motivazione semplice: “Non mi hanno voluto. Non che pretendessi di avere qualche ruolo in particolare. Mi bastava un invito, alla stregua di Quagliariello o del rappresentante di Sel”. Da qui l’accusa alla Meloni di non aver mai voluto una sintesi: “Avrei voluto un appello sincero all’unità. Invece c’è stato solo un dire e un non dire. Condito da diverse insinuazioni su quelle che sarebbero le mie intenzioni per il futuro. Si preoccupi del futuro dell’Italia, non del mio”.
Poi il leader de La Destra ha messo in dubbio la credibilità del progetto presentato a Fiuggi: “Il discorso pronunciato da Giorgia è largamente condivisibile. Il problema è che sono solo parole. Mentre la credibilità si basa sui fatti”. Qui Storace rivendica la primogenitura della battaglia contro l’euro, mentre gli attuali parlamentari di Fdi votavano prima la fiducia a Monti e e poi il fiscal compact. “Altro che Marine Le Pen”, tuona il consigliere regionale del Lazio. Infine pone il nodo della collocazione della destra nel panorama italiano: “Questo nuovo partito (Fdi ndr) come si pone con il tema delle alleanze? Vuole o non vuole stare con il centrodestra? Anche parlare di Berlusconi in quella maniera non è stato carino.”.
Infine le prossime mosse de La Destra: dopo aver predisposto la doppia iscrizione, come per il Partito Radicale, Storace convocherà il comitato di presidenza e deciderà dove e con chi schierare il partito alle Europee.