Gli analisti in Russia non escludono un intervento militare di Mosca in territorio ucraino – avallato oggi dal Consiglio della Federazione su richiesta del presidente Vladimir Putin -: oltre alla Crimea le truppe della Federazione potrebbero dirigersi anche verso le regioni sud-orientali dell’ex repubblica sovietica.
Per Dmitri Trenin, direttore del prestigioso Carnegie Moscow Center, Putin ha chiesto il via libera del Senato per l’invio di truppe a “normalizzare” la situazione in Ucraina, non solo in Crimea. “La premessa implicita – ha spiegato l’analista – è che non vi sia una autorità legittima in Ucraina dopo che l’accordo del 21 febbraio tra il presidente Yanukovich e l’opposizione è stato rotto dal Maidan e dalla stessa opposizione”. “Il Paese – ha scritto Trenin, in un’analisi sul sito del Carnegie – è considerato essenzialmente in uno stato di caos, che rappresenta un pericolo per i cittadini russi, i compatrioti e il personale militare sul territorio ucraino”. Per lo studioso russo non è da escludere la soluzione di una Crimea aderente alla Federazione russa.
Infine i rapporti con gli Stati Uniti: c’è la richiesta del Senato russo di richiamare in patria l’ambasciatore negli Usa. La crisi sembra molto più complessa della querelle in Georgia nel 2008.