Oltre la fuffa del governo “rosa”, con otto esponenti donne e tanti volti nuovi, l’esecutivo guidato da Matteo Renzi conferma l’ipoteca del Quirinale e dei poteri europei sul ministero del Tesoro, stanza dei bottoni delle politiche economiche.
La squadra. Confermati i tre esponenti del Nuovo Centrodestra (Angelino Alfano al Viminale, Beatrice Lorenzin alla Salute e Maurizio Lupi ad Infrastrutture e Trasporti), c’è Dario Franceschini alla Cultura, Andrea Orlando, che passa dall’Ambiente alla Giustizia. Poi una sfilza di neofiti. Due under 40: Marianna Madia alla Pubblica amministrazione, Maria Elena Boschi alle Riforme e Rapporti con il Parlamento. Appena quarantenne è Federica Mogherini, neo ministro degli Esteri. Le altre donne? Stefania Giannini, Federica Guidi, Roberta Pinotti e Maria Carmela Lanzetta vanno rispettivamente all’Istruzione, allo Sviluppo Economico, alla Difesa e agli Affari Regionali. Pier Carlo Padoan va al ministero dell’Economia; e Giuliano Poletti, già presidente di Legacoop, a Lavoro e Welfare.
Il “commissario” Padoan. La Repubblica” non a caso elogia la nomina del presidente dell’Istat in pectore con il titoletto “Una garanzia per Bruxelles e la Bce”. Il suo curriculum parla chiaro con “i suoi precedenti incarichi di vice segretario generale e capo economista dell’Ocse, di direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale per l’Italia nonché consulente della Banca Centrale Europea e della Commissione Ue”. La nomina, che avrà connotati diversi da Monti/Letta/Saccomanni ma la stessa sostanza, ha il via libera quirinalizio e tanto basta per dire che Renzi si consolerà con i ministeri rosa, mentre sarà l’Europa a dettare la linea…