Il calcio d’Oriente è adesso una realtà che a suon di dollari vuole guadagnare dignità internazionale. Così Bologna deve cedere il suo gioiellissimo, Alino Diamanti, alla dinastia Guangzhou dell’Imperatore Marcello Lippi. Diamanti, di certo non va in Cina a malincuore. E, detto tra noi, a quelle condizioni ci saremmo andati tutti, di corsa. Alla faccia di questo campionatino di periferia..
LA VIA DELLA SETA – A distanza di secoli dalle peripezie di Marco Polo, Diamanti ha raggiunto la Cina che si atteggia a potenza nascente pure nel calcio. L’acquisto di Diamanti si è meritato pure un pezzo sul sito ufficiale della Fifa. Certo, il livello è ancora quello che è ma a suon di yuan i magnati asiatici vogliono far crescere il livello del football alle loro latitudini. Chi si era illuso che Diamanti sarebbe restato complice la chiusura del mercato, si è sbagliato di grosso. Laggiù hanno altri termini, il 28 febbraio è l’ultimo giorno utile per chiudere gli affari pallonari.
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ORIENTE CHE VA ORIENTE CHE VIENE – Il self-made man del calcio italiano se ne va in Cina a godersi quasi sette milioni di euro per tre stagioni. Un’occasione così non arriva più, specialmente se sei sulla soglia dei trent’anni, l’età proibita per i calciatori che giocano dalla trequarti in su. Ma se Alino se ne va, in Italia – dall’Oriente sponda Giappone – è arrivato Keisuke Honda, l’uomo della provvidenza (secondo Galliani) per il Milan. Solo che Honda è moscio e non è che abbia incantato alle prime uscite. Zaccheroni lo difende. “Ci vuole tempo perché si adatti al calcio italiano”, ha detto ai media giapponesi. Chissà…