Dopo l’imponente manifestazione della Manif Pour Tous, contro la nuova riforma del diritto di famiglia, il governo francese ha deciso di fare un passo indietro e il primo ministro Jean Marc Ayrault ha annunciato che fino al 2015 il governo non proporrà nessuna legge riguardo le politiche familiari. “Le mariage pour tous”, il matrimonio fra omosessuali ormai in vigore in terra transalpina, aveva provocato proteste di piazza durante tutto il 2013 e il 2014 si stava già preannunciando caldo, a causa sella riforma del diritto di famiglia che prevedeva la possibilità per una coppia gay di accedere alla fecondazione assistita, la rivisitazione del ruolo del padre e della madre, madri surrogate e via dicendo. Una serie di provvedimenti controversi che, a detta dello stesso Ayrault, di fronte alla veemenza delle proteste, «meritano un dibattito a parte». Fra le cause del rinvio il premier elenca un calendario parlamentare troppo denso e una necessità di condurre meglio l’iter di approvazione.
Nel frattempo i coordinatori della Manif Pour Tous cantano vittoria perché per la prima volta il governo Hollande ha dovuto cedere alla pressione della piazza. Una delle organizzatrici, Ludovine de la Rochère parla di una legge che «non era favorevole all’interesse superiore dei bambini e della famiglia» e che quindi giustamente è stata fermata. Anche il mondo politico di destra è soddisfatto. Alla manifestazione erano presenti esponenti dell’UMP, e personaggi come Marion le Pen dell’FN, contrari ai matrimoni gay e quindi ora in grado di rivendicare una vittoria politica. Forte delusione invece per i sostenitori della legge e le associazioni LGBT che accusano il governo di non rispettare gli impegni e minacciano una smobilitazione elettorale ai danni del Partito Socialista francese alle prossime elezioni amministrative.
@cescofilip