In queste ore vi è stata una accelerazione nel panorama che mi ha imposto una decisione che avrei voluto condividere maggiormente con voi. Ho visto con favore l’accordo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sulla legge elettorale perché provocherà uno scossone nello strumento che condizionerà il quadro politico altrimenti immobile. Il sistema politico attuale e le condizioni che hanno portato ai due ultimi governi di larghe intese non hanno prodotto i risultati attesi dagli italiani, dal nostro mondo economico e produttivo per uscire dalle secche di una crisi che non è solo più economica, ma è morale e di sistema.
È necessario un cambiamento radicale e la politica delle larghe intese e dei piccoli passi ha solo aumentato la sfiducia degli italiani verso il sistema paese e verso quello della politica, tanto da vedere drammaticamente aumentare l’astensionismo o il movimento di critica esasperata rappresentato da Grillo.
Per chi ha sempre lavorato in politica per la chiarezza dialettica tra destra e sinistra, per chi ha sostenuto il presidenzialismo come rapporto basato sulla responsabilità tra governo e elettorato e per chi da sempre ha auspicato la semplificazione per una maggiore governabilità senza la politica dei veti incrociati dovuta alla frammentazione dei troppi partiti, questo accordo va nella direzione giusta.
Un primo passo verso quel bipartitismo che garantirebbe in ciascuno schieramento, non solo rappresentanza alle diverse sensibilità, ma soprattutto certezza di responsabilità per vincitori o sconfitti. Diventa quindi obbligato per chi vuole continuare a dar voce alla destra italiana e non si arrende al rischio di vederla cancellata politicamente, l’approdo in un grande partito rappresentato oggi dalla nuova Forza Italia .
Ritengo che la semplificazione destra-sinistra sia una occasione per ricostruire il legame di fiducia con il nostro territorio ed il nostro elettorato che chiede risposte vere e concrete, rappresentanza effettiva e buona amministrazione e non solo testimonianza. Queste sono le questioni di maggiore rilievo che le persone, le categorie economiche, le rappresentanze mi sottopongono di fronte alla incapacità della politica di risolvere le vere e pregnanti difficoltà per l’Italia e per gli italiani.
Vi è la necessità di ricostruire un grande partito di governo a partire dal radicamento e dal coinvolgimento delle migliori energie del territorio. Abbiamo in Italia genialità e personalità incredibili, senso di appartenenza a principi e valori, ad una storia e ad una cultura da non disperdere; ho costruito in questi anni con la Rete dei Patrioti tante occasioni di confronto tra le migliori intelligenze ed esperienze di una generazione che oggi deve sentirsi addosso la responsabilità delle scelte e delle decisioni e la chiamata alle armi in questa guerra strisciante che tende alla mortificazione di chi ama l’Italia. Ci sentiamo il dovere di cambiare le cose? Ci sentiamo nelle condizioni di non delegare più ad altri, spesso dediti al compromesso fine a se stesso o al quieto vivere? Vogliamo misurarci con il governo delle cose? Vogliamo misurarci con il merito rispetto ad una qualità umana che spesso occupa, facendo danni, ruoli importanti? Io credo di avere ben agito in questi anni di politica e di avere avuto la fiducia di tante persone per la mia coerenza e la mia onestà. Credo inoltre di avere fatto tanto per la mia gente e la mia terra, grazie anche alle tante persone che con me hanno condiviso questo percorso….ora è quasi dovuto, se vogliamo continuare a tenere alta la fiaccola della destra italiana e non la vogliamo relegare in un angolo, confluire nella nuova Forza Italia sapendo che andiamo a coprire uno spazio politico fondamentale in cui la destra culturale e politica dovrà ritrovare la fiducia dei tanti, troppi elettori che se ne sono andati.
Spero che tanti che provengono dalla destra di AN si ritrovino in questo progetto e che tanti che si sentono di destra trovino una degna rappresentanza politica. Io lavorerò per questo.