Qualcuno lo aveva già definito il papa-pop. Ma la declinazione rock ancora mancava. A questo ci ha pensato la rivista musicale rivista musicale Rolling Stone, che ha dedicato l’ultima e ambita copertina proprio a Bergoglio. Sopra la foto del Pontefice compare il titolo del terzo album di Bob Dylan, «The times they are a-changin». Ovvero: i tempi stanno cambiando. All’interno del numero, il lungo a articolo a firma di Mark Binelli, che parla `rivoluzione gentile´ del vescovo di Roma. Secondo la storica testata, Bergoglio è stato capace in meno di un anno di pontificato di rilanciare il messaggio della Chiesa in tutto il mondo. Sin dallo scorso 13 marzo, il giorno in cui s’è insediato il 266esimo vicario di Cristo, le presenze agli eventi papali sono più che triplicate, arrivando alla cifra record di oltre 6,6 milioni di persone. Tuttavia, il contenuto della articolo non sarebbe piaciuto al papa.
«L’articolo di Rolling Stone è un segno dell’attenzione che le novità del papa Francesco attira negli ambienti più diversi. Purtroppo l’articolo stesso si squalifica cadendo nell’abituale errore di un giornalismo superficiale, che per mettere in luce aspetti positivi di papa Francesco pensa di dover descrivere in modo negativo il pontificato di papa Benedetto, e lo fa con una rozzezza sorprendente». Lo afferma il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, che aggiunge: «Peccato. Non è questo il modo di fare un buon servizio neppure al papa Francesco, che sa benissimo quanto la Chiesa deve al suo Predecessore».
Già in precedenza il Time, prestigioso settimanale americano, aveva incoronato Francesco quale “personaggio dell’anno”. La motivazione è semplice: “Il papa – motivano quelli dalla redazione – è riuscito a catturare l’attenzione di milioni di persone disilluse nei confronti del Vaticano. Ha preso il nome di un umile santo, poi ha lanciato un appello per una chiesa di riconciliazione. Il primo Papa non europeo da 1.200 anni si avvia a trasformare il Vaticano, un luogo che misura il cambiamento in secoli“. Senza mezzi termini, il Time definisce ancora Bergoglio “un settantenne superstar, che fa un uso da maestro degli strumenti del 21esimo secolo nel suo mandato del Primo secolo“. “Quel che rende questo Papa così importante – si legge ancora nella motivazione del riconoscimento – è la velocità con cui ha catturato l’immaginazione di milioni che avevano perso la speranza nella Chiesa“.