Meno male che durerà ancora per poco questo mercato di riparazione (ah, davvero?). Le squadre di A non stanno dimostrando altro che l’insostenibile inconsistenza dell’essere ciechi (scusa, Milan Kundera!) di un’intera classe dirigente sportiva. Che si muove per dogmi: uno su tutti, “i soldi sono pochi, ma il prodotto va venduto lo stesso”.
MILAN GOODBYE – Se Adriano Galliani e Barbara Berlusconi credevano davvero di scaldare i cuori dei tifosi del Milan acquistando Michael Essien, si sono sbagliati di grosso. Sarà che noi italiani siamo maliziosi per natura, ma ci spiegate perché, se davvero Essien fosse ancora il campione che fu, il Chelsea lo ha sbolognato praticamente gratis al club di via Turati? Mourinho, giorni fa, ha pure detto che la partenza del centrocampista ghanese l’ha rattristato. Avrebbe preferito tenerlo. Più che una conferma del valore del calciatore, appare il giusto ‘onore delle armi’ a quello che è stato il suo pretoriano più fedele. Si spera ovviamente di essere smentiti dal campo, però…
VECCHIE GLORIE E CARNEADI – Il Milan di quest’anno è un capolavoro estremo di comunicazione: cercare di far passare per grandi arrivi le vecchie glorie e gli illustri sconosciuti che sono approdati a Milanello. Prima di Essien è stata la volta di Riccardino Kakà. Ammirevole il suo mettersi in gioco a fine carriera dove ha praticamente scritto la storia, ma di birra non è che ne sia molta. Ma poi ci sono anche i supercampionissimi (sicuri?) che…non conosce nessuno. Prima il samurai Keisuke Honda, numero ’10’ giapponese prelevato direttamente dal Cska di Mosca che non ha certo dominato il suo campionato. Adesso tocca al Cristiano Ronaldo del Marocco, tale Adel Taarabt. Praticamente sarebbe la versione musulmana del devoto Kakà ma a differenza del brasiliano, faceva la panchina al Fulham, mica al Real Madrid…