Silvio Berlusconi e i suoi difensori, gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, sono indagati a Milano nell’inchiesta cosiddetta Ruby ter. L’iscrizione segue la trasmissione degli atti da parte del tribunale di Milano con l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari, in particolare dei testimoni. Indagate nell’inchiesta anche Ruby e alcune delle ragazze che hanno partecipato alle serate ad Arcore. Le giovani sono state iscritte nel registro degli indagati perché, come ha indicato il Tribunale, sarebbero state corrotte del’ex premier Silvio Berlusconi per testimoniare a suo favore nei processi.
Berlusconi: non mollo. «Io – ha replicato Berlusconi – sono qui e resto qui, sentendo su di me chiara e forte tutta la responsabilità che mi viene dalla fiducia e dal voto dei cittadini. Resto in campo, più convinto che mai di dover combattere fino alla fine per veder prevalere quello in cui credo profondamente. Chiunque – ha proseguito – in Italia voglia “vedersi riconosciuta da un magistrato una propria ragione deve aspettare anni ed anni. Talvolta un decennio e più. E hanno il coraggio di chiamare tutto ciò giustizia!. Nell’Italia di oggi potremmo tranquillamente dire: “La legge è ugualmente ingiusta per tutti i cittadini”».
Gli scenari. Atto previsto o giustizia a orologeria? Per il Giornale – che dà voce alle tante reazioni degli esponenti di Forza Italia – si tratta di un vero e proprio «assalto alle riforme», con chiaro riferimento al rischio che questo nuovo filone di indagine possa alimentare la voce di chi, da sinistra e non solo, continua a criticare in ogni modo l’accordo raggiunto tra Renzi e Berlusconi (e da ieri anche con Alfano) sulla nuova legge elettorale maggioritaria. Nessun commento ufficiale – come è chiaro davanti a un atto della magistratura – da parte di esponenti politici di centrosinistra né del governo: ma p chiaro come la pressione degli avversari su Matteo Renzi (già accusato di aver dialogato con Berlusconi “pregiudicato”) aumenterà.