Un sistema produttivo “frantumato”, così lo definisce Elena Lattuada, esponente lombardo della CGIL e segretaria confederale del sindacato, leggendo i dati sulla cassa integrazione riferiti al 2013, che vedono più di un miliardo di ore di sospensione dal lavoro a zero ore per più di 500 mila persone. Nel complesso i lavoratori del hanno perso in totale 4 miliardi di euro e sono sempre più impoveriti.
La regione più colpita è chiaramente la Lombardia, la più popolosa in termini di persone e aziende, con 200 milioni di ore, mentre il settore meccanico è il più colpito dalla crisi, con 300 milioni. Secondo la Lattuada la colpa va certamente ricercata nella situazione economica generale ma dal “non aver messo in campo misure per invertire la tendenza”, e chi ne fa le spese sono le famiglie. Sale inoltre il numero delle aziende che usufruiscono della CIGS, la cassa integrazione straordinaria, nella maggior parte dei casi per crisi e riorganizzazioni aziendali. Su questo punto la CGIL lancia un richiamo e denuncia una deindustrializzazione della penisola, in quanto gli interventi prevedono sempre meno ammodernamenti e investimenti strutturali.
Fra le regioni più colpite figurano poi il Piemonte e il Veneto, al centro il Lazio e a sud la Campania. Nel frattempo giunge la notizia che oltre 3 milioni di disoccupati non cercano più lavoro, completamente scoraggiati dalla situazione e sembrano quindi usciti definitivamente dal mondo produttivo. Molti di essi sono giovani che non vedono possibilità di futuro. Tutto questo si ripercuote sulle casse degli enti assistenziali, che sono sempre più vuote.