Un blog ribelle come Barbadillo solitamente non raccoglie gli sfoghi personali dei suoi lettori, per quello ci sono gli psicanalisti, ma “MI CONSENTA”, ne sento davvero la necessità. Cresciuta tra le fila di Azione Giovani Reggio Calabria, non mi sono mai tesserata nella Giovane Italia. Perché, sin dall’inizio, ho mal digerito le quote 70 e 30, quella commistione di mondi troppo diversi per convivere pacificamente, che palesavano la loro distanza ogni giorno nelle riunioni, ma anche a Dedalo e ad Atreju. Da una parte “Nostalgia Canaglia”, dall’altra le magliette gialle “Daje Angelì”.
Ma adesso che il centro-destra italiano ha toccato il suo livello più basso con quei richiami ornitologici, che vedono schierate da una parte le colombe, dall’altra i falchi, non riesco proprio a tacere.
Come se non bastasse la specie si sta riproducendo…e i ragazzi rimasti nel movimento giovanile del PdL, a quanto apprendo dai giornali, stanno per essere spodestati da 120 falchetti, ben vestiti e pettinati, che sembrano essere “usciti” più da un catalogo di moda che da una sede di partito. Quindi adesso chiedo numi del perché vogliano subire questa ennesima umiliazione. Per cieca obbedienza nei confronti dei propri politici di riferimento?
E’ questa la gioventù ribelle (mi riferisco a coloro che hanno un passato analogo al mio), di cui tutti si riempiono la bocca e millantano di appartenere? O è solo uno slogan stampato su una maglietta da esibire (anzi che si esibiva perché oggi il dress code prevede giacca, camicia e mocassino d’ordinanza) ai vari eventi per mostrare quanto si è “duri e puri”? Insieme ai motti e alle canzoni di musica alternativa pubblicate sui social network? Potrei comprendere (è ovvio che non lo condivido) tale atteggiamento solo se questa passività avesse fruttato loro almeno un posto di lavoro e uno stipendio in un tempo di crisi e non le solite promesse. Non avete già per troppo tempo riempito le sale vuote durante i comizi?
E vi prego, come cortesia personale, fate cessare l’abuso della parola “militanza”. Partecipare alle feste di fine campagna elettorale o di vittoria delle elezioni…non è militanza. Presenziare ad una cena con un politico famoso non è militanza. Essere figlio/amico/nipote di…non è militanza! Ottenere un posto in Parlamento, un Ministero, o essere diventato il portaborse di qualche politico perché si è un “leccaculo” o di bella presenza non è militanza.
Fatelo per quei poveri “scemi”, che dalla politica non hanno mai ottenuto nulla, che anzi hanno speso tempo e denaro in ricariche telefoniche, benzina, scope, secchi e vernice.
Per questo vorrei condividere questa riflessione scritta qualche tempo fa in occasione di una goliardata al mio Presidente:
“Ricordo ancora la stanza dove vi ho conosciuto, non eravamo poi molti a frequentare quel buco. Chi di noi ha frequentato una sezione di partito o anche solo ha ascoltato un po’ di sana musica alternativa, sa che questa frase è tratta da una delle canzoni, che più ho ascoltato in questi anni e che ha ispirato la mia militanza. Quando nel 2005 varcai quella porta sopra la Foot Locker sapevo che la mia vita sarebbe cambiata; entrai da giovane interessata alla politica, diventai una MILITANTE di Azione Giovani. Quante giornate, nottate, sabati e domeniche passate in quella stanzetta piena di manifesti e quella scritta che campeggiava sul muro: O CON NOI O CONTRO DI NOI. I tour in giro per la Provincia perché anche nei paesini più remoti si poteva fare tesseramento; i cazziatoni di Ciccio; i ragazzi che diventano famiglia e con cui non solo fai gazebo, manifestazioni, attacchinaggio, ma con cui trascorri Pasquetta, Capodanno e le vacanze estive. Gli Atreju e i Dedalo. Le birre e i congressi. Una comunità come quella di Reggio Calabria che tutti ci invidiavano. Storia, identità, tradizione.
Poi la scelta di “spegnere” quella fiaccola, che tante volte avevamo disegnato sugli striscioni, per confluire nel PdL e la nascita del nuovo movimento giovanile della Giovane Italia. Ma se uno nasce di Azione Giovani, difficilmente tradirà la sua identità per “ammorbidire” i propri ideali….”..
Solo costoro, neppure io, hanno il diritto di usare la parola militanza, gli altri – mi facciano il piacere- utilizzino il termine “public relations”, che fa anche più figo!
E già che ci siete, fate in modo che non si usi più la parola “contenitore” per giustificare quello che è stato un fallimento, ossia il PdL.
Buona stagione venatoria a tutti!