In Francia la sinistra di governo è sempre più in allarme, consapevole com’è – dopo la prova di forza della contestazione ad Hollande avvenuta nel giorno della celebrazione dell’armistizio – che le proteste sociali bretoni, i militanti anti unioni gay e una parte della destra popolare si stanno parlando. La riflessione di alcuni deputati del Partito socialista è raccolta da Le Figaro, che titola: «La maggioranza teme la crescita di un Tea Party alla francese», intendendo come Tea Party un blocco anti tasse e conservatore.
Il movimento dei “berretti rossi” bretoni è infatti nato da una protesta fiscale e affonda le sue radici nella storia della regione, fa notare Le Figaro, così come il Tea Party è portatore dello spirito americano delle origini e fonda il proprio nome sulla protesta anti tasse di Boston, da cui partì la rivoluzione americana.
Inoltre il “partito del The” fa parte del Partito Repubblicano e al proprio interno le posizioni di natura conservatrice, come ad esempio la contrarietà alle unioni gay, sono maggioritarie. Questa sarebbe un’analogia con il movimento della Manif Pour Tous, che in Francia sta facendo presa sull’opinione pubblica (negli ultimi giorni sono ripresi copiosi i flash mob). L’unione, quindi, delle proteste fiscali, sociali ed etiche potrebbe quindi essere un terreno fertile per la creazione di quello che alcuni socialisti chiamano allarmati «blocco reazionario».
Nel frattempo nel Paese è boom di vendite di berretti rossi, utilizzati ormai più o meno da chiunque protesti. L’hanno indossato alcuni attivisti anti Mariage Pour tous, così come appare nell’avatar di Marine Le Pen su tutti i social network. Una rivista di area destra, Minute, sta regalando cappelli rossi in edicola e sembra che le vendite stiano andando molto bene.
@cescofilip