Quasi duemila partecipanti per la riunione che sancisce la nascita del movimento per la riunificazione-rifondazione di An a Roma. Alla manifestazione, tra gli altri, sono intervenuti Francesco Storace, Domenico Nenia, Salvatore Tatarella, Luca Romagnoli, Roberto Menia, Antonio Buonfiglio, Adriana Poli Bortone e hanno citato la piattaforma programmatica e culturale del “manifesto degli intellettuali”, scritto in estate da Massimo Massimo Magliaro e Marcello Veneziani. L’uso de simbolo di An, però, è stato oggetto di diffida da parte della Fondazione Alleanza Nazionale presieduta da Franco Mugnai.
Per Storace deve finire “la guerriglia a destra. Non ha senso litigare con chi ha indossato la stessa maglietta per decenni. Noi non avremo mai una gazzella dei carabinieri che ci insegue perché rubare non è nel nostro Dna”. Il leader de La Destra ha aggiunto che “Grillo vince perché non c’è una destra seria in questo paese”. Tra i temi del nuovo movimento c’è un nuovo europeismo di destra: “Spero che Angela Merkel – ha detto Storace – vada in minoranza nel nuovo Parlamento europeo perché noi siamo europeisti davvero e non vogliamo essere schiavi di una moneta”. Infine Storace ha auspicato una collaborazione con l’Officina per l’Italia promossa da Fdi di Giorgia Meloni.
L’evento è stato chiuso dalla relazione di Adriana Poli Bortone, già ministro e sindaco di Lecce: “Siamo qui per dire agli italiani, con parole forti e chiare, che non ci camuffiamo da centrodestra ma che siamo una destra chiara, che non ha bisogno di definirsi di centro per sentirsi sociale e democratica. Un sentire condiviso, quello che trapela negli indirizzi programmatici, che si fonda su concetti di italianità culturale, di comunità sociale, etica pubblica, della famiglia tradizionalmente intesa, dello Stato nazionale e della legalità”.