“Fanculo i radical chic, restiamo hardcore come Kamil Glik”: il capitano del Torino diventa l’icona anti-buonismo nel rap di Willie Peyote che sta già diventando un vero e proprio fenomeno sul web.
Se il calcio è metafora della società, Glik diventa l’alfiere dei duri e puri, di chi ha dichiarato guerra senza quartiere ai “tuoi eroi che fanno cilecca sul più bello\ fighetti strapagati come Matri e Borriello“. Un’elegia a chi la vita la vive come una battaglia, senza mai tirare indietro il piede, senza abdicare nemmeno per un minuto soltanto alla sublimazione del proprio nulla nel nome della massificazione pseudo intellettuale che di questi tempi impera. Insomma, un atto di guerra aperta contro chi gioca sporco e pretende dagli altri il rispetto delle regole: “Vogliamo il gioco sporco, tanto il mondo è sporco“.
E poi, volete mettere la bellezza di uno scontro titanico? Volete mettere la sublime e poetica violenza agonistica del capitano del Toro con la pettinatura di Cristiano Ronaldo, più vezzoso ed innamorato di sé della Wanda Osiris dei tempi che furono? Davvero c’è qualcuno che ancora non si è definitivamente, irrevocabilmente frantumato le gonadi nel vedere i calciatori regalare alcune briciole del loro denaro ai bimbi africani, o altri bisognosi, così, giusto per ricordare al mondo che loro oltre ad aver soldi facili hanno anche un cuore grande così?
No, Glik, baluardo del calcio mitico e incazzoso che può piacere solo a chi ha un’idea epica e favolosa del footbal, è molto meglio di Cristiano Ronaldo e Leo Messi. Perchè, “sei carino, sei sensibile e si sente\ ma saresti più credibile togliessi l’assorbente“.
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