Gli eventi più importanti, quelli che segnano momenti di svolta nella innovazione e nella vita sociale dei popoli, spesso passano sotto traccia e non trovano posto nelle scalette dei telegiornali nazionali. Ve ne parliamo su Barbadillo… Sicuramente uno degli eventi più importanti dell’anno è stato il Forum Euroasiatico che si è svolto a Verona il 17 e 18 ottobre. Promotore della iniziativa Antonio Fallico, presidente della Banca Intesa a Mosca e dell’Associazione Conoscere Eurasia. Padrone di casa, il sindaco Flavio Tosi. Presente una delegazione bipartisan della politica italiana, che include Romano Prodi, il ministro Mario Mauro, Antonio Tajani ad accogliere l’ambasciatore di Mosca Sergey Razov e i rappresentanti di Ucraina, Bielorussia e delle altre nazioni coinvolte.
Nel corso degli anni il Forum Euroasiatico ha preso quota: “All’inizio eravamo in duecento partecipanti, ora siamo più di mille” sottolinea Fallico nel suo intervento. Anche il raggio d’azione del Forum si è esteso: il dialogo per la cooperazione Italia-Russia si è ampliato a Bielorussia e Ucraina, alle repubbliche ex-sovietiche del Centro Asia. Questo anno è intervenuto come osservatore del forum anche l’ambasciatore della Cina che ha pronunciato, in perfetto italiano, parole significative.
Indubbiamente il perno centrale rimane l’integrazione italo-russa. Quali sono i numeri dello scambio economico? È proprio Fallico a indicarci cifre interessanti:
– l’interscambio tra Italia e Russia si aggira intorno ai 30 miliardi di euro. Ma la stima può aumentare di molto se si considerano anche le operazioni che transitano indirettamente attraverso Germania ed Olanda.
– Gli investimenti italiani in Russia ammontano a circa 15 miliardi.
– Una presenza industriale importante è quella della Indesit, che controlla il 25-28% del mercato del “bianco” (le donne russe lavano con Indesit…) e gode nel distretto di Lipetsk di vantaggi fiscali privilegiati.
– Quasi superfluo sottolineare la forza che hanno assunto ENI ed ENEL durante l’era Putin nei settori del petrolio, del gas e dell’energia elettrica.
– La Finmeccanica con Alenia costruisce il super jet 100 insieme con Sukhoj.
– L’Agusta costruisce elicotteri speciali.
Piccola notazione triste: qualcuno purtroppo sta cercando di smontare in Italia questi “pezzi forti” della industria e della tecnologia italiana che sono protagonisti della integrazione italo-russa. Ma continuiamo:
– C’è Pirelli che insieme alla Russian Technologies ha uno dei più grandi stabilimenti di produzione di pneumatici.
– Molto attivi sul mercato russo sono anche la Ferrero e Marcegaglia.
E i Russi sul versante italiano?
– Innanzitutto ricordiamo gli 800.000 turisti russi che ogni anno visitano l’Italia, una presenza che ha scavalcato quella dei Giapponesi e che in questo asfittico momento economico tiene in vita le vie del lusso tipo via Montenapoleone a Milano, anima la vita turistica di Rimini, Forte dei Marmi, Capri e la Sardegna.
– Tra i gruppi russi presenti in Italia ricordiamo il gruppo Renova che investe nei settori energetici tradizionali e nelle nuove energie verdi. Il proprietario del gruppo Renova ha acquistato la storica Villa Feltrinelli sul Garda facendone un albergo e riservandosi l’attico.
– Allo stesso modo il presidente del Gruppo Sistema (che opera nelle telecomunicazioni e nelle nanotecnologie) ha acquistato un albergo a Forte dei Marmi per la famiglia. Per i grandi imprenditori russi la penisola non è solo un posto dove fare shopping finanziario, ma un luogo dove vivere e dove sentirsi a casa.
Al centro delle molteplici relazioni tra Italia e Russia sta proprio la Banca Intesa guidata a Mosca da Fallico, che ha recentemente costituito con il colosso energetico Gazprom il Fondo Mir Capital.
Ma il discorso delle relazioni italo-russe deve necessariamente ampliarsi ad altri soggetti euro-asiatici. A tale riguardo abbiamo parlato con il console onorario dell’Ucraina per la Calabria, notaio Salvatore Federico: “ Ho trovato interessante il discorso fatto al Forum da Romano Prodi – ci dice il console – Prodi ha sottolineato tutti i vantaggi di una integrazione più forte tra Europa e Russia. Il progetto di Unione Transatlantica tra Europa e America non tiene conto delle importanti relazioni economiche di fatto che si sono stabilite all’interno del continente europeo tra Est ed Ovest; a sua volta la crescita economica della Russia non può accontentarsi degli scambi commerciali con gli altri partner pur importanti e tradizionalmente amici della Unione Euroasiatica. In realtà Russia ed Europa sono destinati ad incontrarsi e l’Ucraina è proprio destinata a svolgere una funzione di ponte e di mediazione”.
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