Il momento è decisivo, probabilmente si tratta dell’ultima chiamata, dell’ultima fermata prima del capolinea. Il nove Novembre si terranno due manifestazioni, ancora divise: da una parte il “centrodestra nazionale” di Giorgia Meloni e Guido Crosetto, dall’altra la “destra missina” di Storace e dei movimenti e partiti, tra cui quel che resta di Futuro e Libertà, che intendono, senza tanti giri di parole, ricostituire Alleanza Nazionale.
Per quante difficoltà ci siano nel comporre fratture che nel tempo si sono allargate sarebbe importante che i capitani ascoltassero la ciurma: l’unico coro che sentirebbero sarebbe certamente un invito all’unità.
Per tutti questi anni, con la lunga agonia degli aennini nel PDL berlusconiano e le gabbane voltate dal si spera definitivamente tramontato Fini, con la tenace resistenza de “la Destra” storaciana e successivamente il moto d’orgoglio coronato da successo dei fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, il patrimonio umano, culturale e politico ereditato dal MSI e poi da AN è riuscito a sopravvivere grazie all’impegno e al sacrificio della base e dei militanti impegnati in tante piccole iniziative, nei circoli e nelle associazioni culturali, nei partiti e nelle correnti.
Adesso basta. Ve lo chiede uno di questi militanti, un venticinquenne che per anni ha dedicato le proprie energie a tenere legati i fili di un mondo ideale che sentiva assottigliarsi di anno in anno.
Adesso è necessario ritrovare l’unità e ricompattare le fila e di restituire alla nazione una destra credibile con una classe dirigente preparata ed entusiasta.
Tutti gli interpreti hanno i loro meriti; Giorgia Meloni, con Guido Crosetto ha avuto il grande merito di “salvare” elettoralmente la destra e di svincolarla dall’abbraccio mortale piddiellino mentre Francesco Storace ha tenuto per anni in vita con grande coerenza un certo modo di vedere la destra e adesso è riuscito a raggruppare altri frammenti di destra con l’obbiettivo, chiaro dopo Orvieto, di perseguire un progetto comune.
Per anni la ciurma ha seguito i capitani confidando che questi sapessero verso dove spiegare le vele, perchè, come scriveva Seneca, “non v’è vento favorevole per coloro che non sanno verso quale porto dirigersi”, adesso è arrivato il momento che per evitare il naufragio(cioè fuor di metafora l’esaurirsi dell’entusiasmo che ha tenuto in vita il nostro mondo in questi anni), o l’ammutinamento, (cioè il fiasco elettorale), i capitani seguano la ciurma in una sorta di “diserzione in avanti” di dannunziana memoria.
I punti in comune certamente non mancano, una piattaforma programmatica che prenda le mosse dall’universo culturale aennino e dalle tematiche innovative portate avanti dal Frònt Nationàl francese, che tutti citano ma nessuno sembra voler imitare sicuramente incontrerebbe l’entusiasmo dei “vecchi” elettori di AN e anche dei giovani che, come me, non aspettano altro che di non doversi più vergognare di appartenere ad una formazione politica.
Mi rivolgo a coloro che in questo momento stanno lavorando nei vari comitati: la prima necessità è che ci sia una sola destra, non importano i nomi o le sigle, una sola piattaforma programmatica e una casa comune.
Non sbagliate ulteriormente, non abusate ancora della pazienza della base: divisi si muore.