Il calcio non ama le fiabe. O quantomeno, il capricciosissimo dio della pedata non è avvezzo a contemplare immobile le dolci storie che trascorrono, placide e tranquille, all’insegna della serenità e dell’armonia.
Il pallone giocato nello ‘stadio-giardino’ con in mente i dettami del maestro del pensiero occidentale Socrate, un ambiente calmo e pacato dove riscoprire le radici del fair play e ritrovare lo spirito del calcio dei pionieri inglesi, quello giocato tra gentiluomini. Con agonismo, sì, ma con tanta lealtà e soprattutto senza quelle perniciose pressioni che tanto male fanno al calcio d’oggi. Però, anche in Umbria, patria di San Francesco d’Assisi, hanno scoperto che, le divinità del calcio esigono sacrifici da consumare sull’altare della serenità, dei risultati e degli equilibri tra campo, spogliatoi e tribuna vip.
E così accade che a Castel Rigone, frazione di Passignano sul Trasimeno, persino l’umanista e pacato Brunello Cucinelli, il re del Cashmere, cada vittima delle Erinni pallonare. Sotto l’influsso delle invidiose ancelle della Nemesi calcistica, Cucinelli si è trasformato – per opera di uno di quei sortilegi che infestano uno sport che ha litigato a morte con l’armonia e la tranquillità – in un nero e famelico Zamparini, affamato di tecnici, scuotitore delle panchine.
A farne le spese è stato l’allenatore Marco Di Loreto. Per di più dopo la vittoria, per 2 a 1 in casa, contro il Tuttocuoio, in Seconda divisione (vecchia C2). Il sortilegio ha funzionato fin troppo bene.
Secondo quanto riferisce l’Ansa, Di Loreto pagherebbe alcuni dissidi con la società sorti a causa di scelte tecniche. In particolar modo ci sarebbe la mancata convocazione sul rettangolo verde di un campione caro allo società. Fatto, questo, che avrebbe indotto Cucinelli a reclamare (ed ottenere) la testa del suo tecnico.
L’annuncio – tre righe o poco più – apparso sul sito del Castel Rigone Calcio recita testualmente: « La società comunica l’esonero del tecnico Marco Di Loreto. L’allenamento di martedì sarà diretto dal vice Marco Pobega e dal preparatore atletico Thomas Lucianetti, in attesa di conoscere il nome del nuovo allenatore che verrà reso noto nei prossimi giorni».
Asciutto, scarno ed efficiente. C’è poca poesia, in un comunicato stampa. Ma non è colpa di nessuno. Semmai dello stesso calcio che non ama le fiabe. Il pallone preferisce il mito e la chanson de geste…